[di Greta Blu • 27.10.02] Campagna contro gli abusi fisici e psicologici a danno dei BAMBINI

RISPETTO = AMORE

RISPETTO = AMORE
Amare i bambini significa rispettarli, tutelarli e garantire loro un’esistenza priva di abusi, maltrattamenti ed ingiustizie.
 
CONOSCI I NUMERI DELLA VERGOGNA?
Sai che, nel mondo, sono 250 milioni i minori dai 5 ai 15 anni coinvolti nello sfruttamento del lavoro minorile? Che 2 milioni di bambini, nel mondo, sono coinvolti nella prostituzione ed in attività pornografiche per soddisfare i 18 milioni di turisti sessuali, con un giro d’affari pari a 10 miliardi di dollari? Sono baby lavoratori, piccoli schiavi, bambini soldato, bambine prostitute,  bambini di strada e vittime dei guerrieri. Sai che esiste un vero e proprio commercio di corpi indifesi e di infanzia violata?
 
ORA NON E’ PIU’ TEMPO DI SILENZI
In Italia 2 minori al giorno sono oggetto di abuso sessuale. 7.650 i siti internet pedofili censiti, 5 miliardi di dollari il valore del mercato on-line della pedofilia, fino a 100 dollari il costo di una fotografia di bambini ritratti in scene violente.
 
PERCHE’?
Perché si è permesso e si permette ancora questo crimine contro l’infanzia? Perché si è permesso e si permette ancora al fenomeno “pedofilia” di diventare un capillare sistema organizzato che sfrutta i minori e li trasforma in oggetto di piacere e fonte di guadagno?
 
AQUILONE BLU www.aquiloneblu.org CHIEDE LA TUA ATTENZIONE PER TUTTI QUEI BAMBINI CHE PIANGONO AL BUIO TROPPO SPESSO E DENUNCIA L’INDIFFERENZA DEGLI ADULTI CHE TROPPO SPESSO PERMETTE CHE QUELLE LACRIME VENGANO VERSATE INVANO.
 
BASTA
alla tolleranza e all’indifferenza: il nostro dovere è educarsi ed educare alla cultura del coraggio contro la prepotenza del silenzio. Troviamo tutti insieme il coraggio di cambiare. Un paese che non rispetta i propri bambini è un paese senza futuro.

BAMBOLE IN CARNE ED OSSA
 
Marta, Carla, Erika, Lucilone sono soltanto alcune delle nuove bambole di Fortaleza, Brasile: sono bambole in carne ed ossa che, un milione in più ogni anno, diventano il nuovo gioco in risposta alle sempre più crescenti e disgustose domande dei turisti del sesso.  Il sogno di Carla e’ andare via di là e diventare modella. E’ avere una vita migliore lontana da quella baracca piena di topi e di serpenti ed un sacco di cose schifose. Carla vuole vivere in un posto dove si possa sorridere.
“Carla, qual’e’ la ricchezza di una ragazzina carina come te, qui?”. Piange. Hanno 14, 11, 10 anni. Sono “carne fresca” . Trascorrono le giornate ai bordi delle strade facendo mosse e moine ai passanti e agli automobilisti. “Ehi, vuoi venire con me?”; “Che sapete fare?”; “Sappiamo fare di tutto, siamo in due, ci dai solo 5.000 lire. Si? Allora aspettaci là dietro”. Con questi soldi Marta potrà comprare il pesce per la sua famiglia. Nelle baracche di Fortaleza, le ragazzine non hanno nulla, solo problemi, e tanta fame. Farebbero qualsiasi cosa per sopravvivere e portare a casa una manciata di soldi per tirare avanti. I grandi, lì, ritengono che “quelle creature” hanno solo una strada: prostituirsi. Alla luce del sole, tutti vedono cosa succede loro ma nessuno fa nulla per evitarlo. Quasi tutte le madri negano che le proprie figlie vanno con i clienti in macchina, ma prendono i soldi che portano in casa. Come se lo spiegano? La risposta e’ sempre la stessa: chiedono l’elemosina.
Erika ha 14 anni. La prima volta un’amica le ha chiesto di salire su una macchina. Lei ci e’ andata  e quell’uomo le ha chiesto di fare certe cose con lui. Lei non voleva ma quello era uno stupratore e l’ha presa lo stesso, anche se lei gridava con tutte le sue forze. “Mi ha detto che mi avrebbe ammazzata, ed io allora sono stata zitta. Piano piano mi sono abituata. Lo dovevo fare. A casa non c’era più nulla?. Erika sta zitta quando la madre afferma “in casa mia mai e poi mai e’ successo qualcosa…”. Le strade sono piene di bambine piccole così, che già fanno la vita. Le comprano con 2.000 lire, a volte 5.000, a volte anche 10.000 se sono in due. Sono così piccole e così bambine… Pensano che i clienti sono delle bestie. “Anzi, peggio delle bestie. Vanno con i bambini. Le bestie non lo fanno. Proprio così”. Si sentono sporche, hanno disgusto di ciò che fanno. Ne sono perfettamente consapevoli.
Lungo le strade, si vedono i motel con la scritta “vietato l’ingresso ai minori di 18 anni”. Dicono che non si può, e’ vietato. Ma i compratori di carne fresca li portano sul lungo mare, i loro giocattoli, in macchina sotto i ponti o nelle case, come quel giapponese che le faceva sdraiare con lui, nel suo letto. Nega l’evidenza, poi chiede perdono: “giuro che non lo faccio più”. E’ pentito, non lo farà più. Ma quelle bambine non sanno che farsene delle sue scuse… Queste bambine affermano che i poliziotti le trattano molto male. A volte le picchiano e le minacciano perché loro si rifiutano di fare sesso.
“Leonarda, cosa fai qui?”; “Vado con gli uomini”; “E la tua amica Patrizia?”; “E’ diventata pazza. Si faceva di colla per non pensare”.
L’idea che queste bambine hanno dell’amore e’ che non esiste: l’amore è “solo quelle cose” e la loro vita rimarrà sempre quella, non cambierà ne’ migliorerà. Il loro desiderio e’ quello di tutti i bambini: una casa, tanta roba buona da mangiare, dei giocattoli per giocare”.
I giocattoli non li hanno. Marta, Carla, Erika, Leonarda sono loro, i giocattoli. A Fortaleza come in mille e mille altri posti del mondo. I bambini sono diventati merce e costano anche molto poco. (“C’era una volta”, Rai 3, 26.09.2002).