[Vari autori • 15.02.03] VERONA SI ORGANIZZA. INCONTRO STRAORDINARIO LUNEDI' 24 FEBBRAIO; VICENZA, 22 FEBBRAIO, CAMP EDERLE, UNA VERGOGNOSA PARTENZA ANNUNCIATA; GANDHI E LA LOCOMOTIVA.

TRENI DELLA MORTE

VERONA SI ORGANIZZA. INCONTRO STRAORDINARIO LUNEDI’ 24 FEBBRAIO
Come forse avrete saputo dai mezzi di informazione, sabato pomeriggio presso la stazione di S.Martino Buon Albergo (VR) un gruppo di veronesi ha fermato un “treno delle armi” per circa tre quarti d’ora. Presidi di questo tipo si stanno ripetendo in varie zone del paese ed è importante che coinvolgano quante più persone e aree  possibile, sempre con modalità di legalità e nonviolenza. Per ragionare sulla questione è stata indetta una riunione straordinaria presso la sede di Rifondazione comunista in Piazza Cervignano 20, in Borgo Roma a Verona, per lunedì 24 febbraio alle ore 18. Chi non potesse partecipare potra avere informazioni telefonando a Cristina cell 3288535033 o Bruno cell.3395407190. Naturalmente resta confermata la riunione del “Coordinamento veronese contro la guerra”  di giovedì 27 febbraio prossimo, alle 21, presso i Missionari Comboniani, in Vicolo Pozzo 1, a Verona, per programmare forme di sensibilizzazione e iniziative nonviolente in caso (deprecatissimo) di scoppio della guerra all’Iraq.

VICENZA, 22 FEBBRAIO, CAMP EDERLE, UNA VERGOGNOSA PARTENZA ANNUNCIATA
Sabato 22 febbraio, (e-mail giunta in Redazione alle ore 19,30). «Non ci eravamo sbagliati a puntare l’attenzione sulla base della morte di Vicenza, Camp Ederle, sede di numerosi battaglioni dell’US AIR FORCE truppe aviotrasportate. Stanno trasportando un sacco di materiale verso Camp Darby e Aviano per mandarlo verso le basi di partenza ravvicinate dell’aggressione, Turchia e Israele. Tutto ciò con la connivenza del nostro governo. Giovedì sera (20 febbraio, a Vicenza, ndr) avevamo notato un insolito spigamento di forze di Polizia e Carabinieri contro il nostro picchetto davanti a Camp Ederle.  Venerdì 21 febbraio, sciopero della CGIL, in particolare la Fiom sciopera otto ore. In testa al grande corteo di Padova oltre 6000 operai con lo striscione: Fermare la guerra!! Anche nelle ferrovie si vigila. I ferrovieri denunciano il treno carico di armi che si vuol far partire da Vicenza verso Camp Darby. Il treno si blocca a Grisignano di Zocco, a pochi chilometri dal paese. Gli operai avvisano i sindacati che accorrono sul posto. Ci sono tutti i dirigenti regionali della CGIL e della Fiom. Appaiono anche diversi pacifisti. Il treno poi viene fatto proseguire. A Padova compagni di vari gruppi tra cui i nostri vanno sulle rotaie, ma il movimento è ancora disorganizzato. Il blocco ferma per un pò il treno. Più consistente il blocco più a valle a Monselice, organizzato questa volta dai disobbedienti che alla fine si prendono il merito dell’azione la quale va ascritta principalmente alla vigilanza e all’azione operaia (quegli operai già considerati defunti dai postmoderni). Numerosi altri treni sono previsti da Vicenza. C’è un continuo afflusso di materiale anche ad Aviano. E’ prevedibile un afflusso di materiale anche dalla Germania.  Il governo italiano ha ridotto il territorio a un sentiero della morte su cui i treni delle giacche blu trasportano i loro ordigni atti a distruggere gli Apaches dell’Iraq. E’ una vergogna assoluta. Dobbiamo unirci tutti nella lotta contro i treni della morte, contro i flussi materiali della guerra (comprtesi quelli dell’informazione), soprattutto organizzando e radicando il movimento, creando centinaia di comitati nei luoghi di lavoro e di residenza e focalizzando l’azione contro le basi della morte. Intanto lungo il percorso dei treni creiamo comitati di mobilitazione e lotta unitari: Padova contro la guerra; Monselice contro la guerra, etc…Chiamiamo a tutti di mobilitarsi anche le scuole e nelle fabbriche: blocchiamo i treni della morte!! Il nostro puntare l’attenzione su Camp Ederle ha dato i primi frutti concreti. Ma adesso bisogna sviluppare, radicare diversificare, organizzare il movimento. Se Bush vuole la guerra noi dobbiamo fare resistenza. Fausto, [email protected]».

GANDHI E LA LOCOMOTIVA
Quando chiesero a Ghandi, se si fosse trovato al posto di inglesi e francesi, come avrebbe fermato le truppe di Hitler che invadevano l’Europa, rispose che gli europei avrebbero dovuto stendersi sui binari e non far passare alcun treno carico di armi e soldati. Quello che Gandhi ignorava e’ che probabilmente Hitler quei treni li avrebbe fatti procedere lo stesso… Ma noi oggi siamo piu’ fortunati e almeno per il momento non possiamo essere spiaccicati. Mi sembra un vantaggio non indifferente di cui approfittare. Molti anni fa Guccini cantava una canzone su una locomotiva “lanciata a bomba contro l’ingiustizia”. La canta ancora, a dire la verita’, per i piu’ nostalgici, ai suoi concerti: parla della rivolta individuale di un ferroviere anarchico che nei primi anni del secolo sequestra un treno eccetera eccetera. Questo e’ piu’ di un accostamento d’idee. Da un lato e’ la constatazione di qualcosa che da 24 ore sta gia’ accadendo; dall’altro e’ la premessa per dire che il movimento contro la guerra deve giungere a proclamare l’obiezione di coscienza generalizzata. I ferrovieri si rifiutano di portare i treni militari a destinzione (o comunicano quando e da dove partiranno); noi ci mettiamo sui binari per impedirne il transito. L’intero movimento contro la guerra dovrebbe convergere su questa opposizione pratica e pacifica allo stato di belligeranza in cui ci troviamo ormai di fatto. Si tratta di offrire alle decine di milioni di manifestanti del 15 febbraio l’opzione di un gesto concreto e non violento, in piena sintonia con la miglior tradizione del pacifismo militante. In fondo, la domanda che milioni di persone si stanno ponendo nel mondo da mesi a questa parte e’ proprio: “Come si ferma la guerra di fronte alla criminale e ottusa determinazione di Bush & company?”. Beh, le guerre si fermano mettendo in minoranza e isolando i governi che le fanno, ma soprattutto paralizzando i paesi che vi partecipano. Paralizzandoli di fatto. Con blocchi, scioperi, diserzioni al regime di guerra che vorrebbero imporci nella maniera piu’ soft e subdola possibile. Disobbedire, obiettare, disertare. Giungere a uno sciopero europeo contro la guerra. Uno sciopero politico continentale. Che si assuma la responsabilita’ di gettare badilate di sabbia negli ingranaggi economici e di dare un segnale potente almeno quanto il 15 febbraio. Bloccare le rotte delle armi. Fermare le locomotive. Far percepire ai militari americani in transito tutta la disapprovazione e il rigetto della societa’ civile europea nei confronti di quello che stanno andando a fare. Essere semplicemente ovunque. Anche perche’ sappiamo bene che non si tratta “soltanto” di fermare i bombardamenti sull’Iraq. Bush ha annunciato che Saddam e’ solo il primo di una lunga lista di dittatori che verranno spodestati con le bombe. Per risollevare l’economia americana dalla piu’ grande crisi della storia non bastera’ mai la guerra-lampo irakena, come non e’ bastata quella contro i pastori afghani. La guerra sara’ permanente. Quindi nemmeno la battaglia dei pacifisti potra’ essere una lotta breve. Dobbiamo prepararci. Dobbiamo essere cauti, quanto determinati. Senza mai dimenticare che siamo tantissimi, in tutto il mondo, una “superpotenza mondiale”, e forse anche il piu’ grande mezzo di comunicazione di massa dopo Internet. Usiamo il peso di questa pacifica armata di 110 milioni di persone. E non dimentichiamoci che alla fine in India l’Impero Britannico ha perso… (pubblicato da www.peacelink.it , fonte: http://www.wumingfoundation.com/italiano/ )