VENETO. UNA RETE DEI COMITATI PER LA DIFESA DEL TERRITORIO


Si è svolta il 27 giugno 2009 a Vicenza, nell’ambito di Festambiente, un’assemblea dei gruppi, associazioni e comitati del Veneto, cui hanno partecipato oltre un centinaio di persone e decine di comitati di tutta la regione. Sono state già raccolte alcune migliaia di firme in calce alle 55 osservazioni di critica puntuale al Piano territoriale regionale di coordinamento [Ptrc, «soprannominato» Piano di cementificazione] licenziato dalla Giunta regionale, che venerdì 3 luglio si vedrà recapitare gli scatoloni con le firme e le osservazioni. In programma non solo contestazioni, ma la decisione di formulare un programma alternativo per la costruzione di un Veneto più vivibile e giusto.

Decine i comitati che dal Polesine alla riviera del Brenta, dal basso veronese al Garda, dal bellunese al vicentino hanno affollato il tendone dei dibattiti di Festambiente per l’assemblea, promossa dai Cantieri sociali dell’Estnord, di critica e mobilitazione contro il Ptrc. Assemblea che è stata presieduta dall’urbanista Edoardo Salzano e da Roberta Manzi del coordinamento dei comitati della riviera del Brenta.

«Il piano afferma di voler tutelare l’ambiente e il paesaggio – ha affermato Salzano nel suo intervento introduttivo -, contrastare il consumo di suolo, migliorare la vivibilità, ma nella sostanza attribuisce a se stesso il potere di eseguire i grandi interventi di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio e lascia mano libera ai piccoli, medi e grandi poteri immobiliari di trasformare a loro piacimento il resto del territorio».

Un allarme che è rimbalzato tra le decine d’interventi dei diversi comitati che hanno sottolineato come sia oggi già in corso un nuovo devastante «saccheggio del territorio e dei beni comuni»: dal MotorCity nel veronese a Veneto city nel veneziano, dalla camionabile che attraverserà la riviera del Brenta al prolungamento dell’A27 che irromperà nel paesaggio dolomitico,  sono innumerevoli gli scempi che si stanno per abbattere su un territorio già martoriato.

Un’assemblea partecipata da comitati, circoli di Legambiente, esponenti della Cgil, intellettuali ed esperti [il geografo Francesco Vallerani, gli urbanisti Sergio Lironi, Andrea Draghi, Cristiano Gasparetto e Carlo Costantini] che non solo ha confermato l’intenzione di contrastare il Ptrc della Regione, ma anche di «proporre alternative praticabili e convincenti per costruire una convivenza migliore tra le persone, l’ambiente e la qualità complessiva della vita».

Si è deciso di avviare la costituzione di una Rete dei comitati per la difesa del territorio nel Veneto, e di dedicare successivi incontri per affrontare i temi della costituzione della Rete, di una carta dei principi e di una proposta per un Veneto sostenibile e giusto, a partire dal lavoro già fatto per la critica delle proposte della Regione.

In programma, per questo, un ulteriore incontro a metà ottobre in coincidenza con la discussione in consiglio regionale del Ptrc.

Per informazioni: [email protected]www.estnord.it

[AGGIORNAMENTO DEL 3 LUGLIO 2009]


14.475 firme (centinaia sono ancora in arrivo), 105 osservazioni, coinvolti 118 comitati e gruppi locali. La più vasta mobilitazione territoriale degli ultimi anni è sfociata oggi, venerdì 3 luglio 2009, a Venezia, dove l’ufficio protocollo della Regione è stato letteralmente sommerso da pacchi di osservazioni, sottoscritte da migliaia di cittadini, al Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc), ribattezzato dai comitati «Piano territoriale di cementificazione».

Il Ptrc, licenziato dalla giunta regionale nelle scorse settimane, troverà da oggi seri ostacoli al suo cammino. Sono infatti 105 le osservazioni puntuali redatte da esperti, urbanisti, associazioni ambientaliste e comitati territoriali, e sostenute da oltre 15 mila firme, che dovranno essere vagliate nei prossimi mesi dagli uffici regionali e dal consiglio regionale.

Una mobilitazione che ha coinvolto l’intero territorio veneto – banchetti, assemblee, feste e convegni si sono tenute in queste settimane in tutte le province del Veneto – e che ha preso di mira il nuovo Ptrc, «un piano che dice di voler tutelare l’ambiente e il paesaggio – ha affermato l’urbanista Edoardo Salzano, tra gli animatori della mobilitazione – migliorare la vivibilità, ma nella sostanza attribuisce a se stesso il potere di eseguire i grandi interventi di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio e lascia mano libera ai piccoli, medi e grandi poteri immobiliari di trasformare a loro piacimento il resto del territorio».

Dalle nuove cittadelle come «Moto City» nel veronese o «Veneto city» nel veneziano, alla camionabile che attraverserà la riviera del Brenta al prolungamento dell’A27 che irromperà nel paesaggio dolomitico, sono innumerevoli gli scempi che si stanno per abbattere su un territorio già martoriato.

La mobilitazione proseguirà nei prossimi mesi, è previsto un appuntamento per metà ottobre a Mestre, sia per tenere alta l’attenzione sul percorso legislativo del Ptrc, sia per studiare, condividere e proporre alternative ragionevoli per un Veneto più giusto e vivibile. (g.b.)