«VICENZA – NO DAL MOLIN». NIGRIZIA: «UN MONDO DIVERSO, FATTO DI PACE»

Anche il mensile Nigrizia sarà presente, sabato 17 febbraio, alla manifestazione internazionale di Vicenza contro la guerra e le basi di guerra, per la Pace e la Giustizia

Una mobilitazione unitaria che pone al suo centro il NO alla base Usa a Vicenza, uno degli strumenti di guerra. Il popolo dei vicentini è contrario alla decisione assunta dal Presidente del consiglio Romano Prodi, dal Sindaco di Vicenza Enrico Hullweck e dalla Presidente della provincia Manuela Dal Lago di concedere il territorio vicentino per la costruzione di una base militare con un impatto ambientale e sociale devastante. La contrarietà è ampia e coinvolge tutti: cittadini, movimenti, sindacati, partiti, associazioni, membri nelle istituzioni ed Enti locali.

 

Sulla base di Vicenza si pongono due questioni:

– la pace, l’Italia sta facendo passi importanti per restituire all’Europa protagonismo ed autonomia, mentre sul ‘caso’ Vicenza il governo è in contraddizione con gli atti finora compiuti rispetto alla politica estera e inficia l’esercizio della stessa sovranità nazionale;

– il rapporto con la comunità locale, la quale non può essere irrisa ma va ascoltata. La politica non può alzare un muro tra se stessa e la comunità. I cittadini devono potersi esprimere e contare.

 

L’invito del Coordinamento dei Comitati «NO al Dal Molin» a partecipare alla manifestazione internazionale che si terrà sabato 17 febbraio a Vicenza è rivolto a tutte le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi, le organizzazioni della società civile, i sindacati, i movimenti e gli Enti Locali.

 

Una manifestazione pacifica, di popolo, non violenta e colorata che ribadisce che la democrazia non significa imporre le decisioni dall’alto, ma si costruisce partendo dall’ascolto delle comunità che vogliono un futuro di pace, di sviluppo di qualità e di buona occupazione.

 

«Chiediamo ai responsabili della politica italiana – spiegano i Comitati – di lavorare con coraggio e tenacia per scongiurare il malcontento che ha imboccato la strada dell’antipolitica e dello scollamento della società dalle istituzioni. Il governo non può non assumersi la responsabilità del confronto con la diffusa ostilità della popolazione a questa decisione, espressa dalla richiesta referendaria e da numerose mobilitazioni. Chiediamo infine al governo che sia coerente col proprio programma al cui centro c’è la pace, anche opporsi alla nuova base Usa a Vicenza, strumento di guerra, significa compiere un passo avanti per costruire un mondo diverso, fatto di pace e non di guerra».

fonte: Nigrizia newsletter