Il «Villaggio della gioia» non è il titolo di un film natalizio, ma un progetto che si sta lentamente concretizzando sotto il caldo cielo d’Africa. Nasce da un sogno, causato da un bisogno antico quanto l’uomo: il bisogno di essere amati.
«…numerosi pure gli orfani a causa della morte precoce dei genitori, ormai è diventa ‘routine’ trovarsi sulla porta della missione un papà che ti dice: «suora ti affido il mio bambino, la sua mamma se n’è andata ed io non so occuparmi di lui, sono nei campi tutto il giorno, a chi posso affidarlo?»».
Questo brano è tratto da una lettera di suor Elisabetta Scaglioni, la ‘sognatrice’. Suor Elisabetta, mantovana di origine ma togolese d’adozione, opera da diversi anni in Africa, nello stato del Togo, per la precisione nella regione con capoluogo Atakpamé. Conosce bene la realtà di questo lembo d’Africa, che pur non versando nelle terribili condizioni di altri Paesi, ha un grande bisogno di aiuto.
Come sempre, sono i bambini le prime vittime delle situazioni difficili. Bambini orfani, ma anche bambini che hanno bisogno di un aiuto temporaneo, oppure bambini che le madri non saprebbero dove lasciare mentre lavorano nei campi. Da queste parti infatti, non esistono asili e portarsi i bambini appresso può rivelarsi pericoloso. Lasciarli incustoditi, cosi piccoli, li renderebbe facile preda di serpenti e di rapimenti.
Ecco allora l’idea di Suor Elisabetta: acquistare un terreno abbastanza grande dove costruire tante piccole case che possano accogliere ciascuna all’incirca 10 bambini, seguiti da una «mamma». Una piccola infermeria con qualche stanza per la degenza di bambini che devono seguire una cura. Una sala per lo studio/ricreazione e all’occorrenza, refettorio. Un alloggio per le suore, l’alloggio del custode con un piccolo magazzino e qualche stanza per i volontari che vorranno prestare, nel tempo, il loro servizio. Ma soprattutto, fare in modo che i bambini ritrovino nel «villaggio» il calore di una famiglia e ritornino a sorridere.
Di concretizzare il sogno di Suor Elisabetta si è fatta carico l’associazione «Amici del Togo ONLUS» di Verona. L’associazione, attiva dal 2002, ha portato a termine molti progetti, soprattutto costruzione di scuole, tema molto caro ai soci della ONLUS veronese. A questi si possono aggiungere la costruzione di pozzi, l’invio di container, le adozioni a distanza, i fondi per il siero antiveleno e gli interventi a cura della poliomielite o di altre gravi patologie. Tutto questo è sempre stato svolto fianco a fianco di sacerdoti o suore presenti sul territorio togolese, per avere il parere di chi vive in prima linea le difficoltà di ogni giorno. Ancora una volta, dunque, l’associazione si appella a chi vuole credere che sia possibile riuscire a far sorridere un bambino «a distanza».
Per saperne di più sui progetti dell’associazione si può consultare il sito: http://www.amicideltogo.it
Per sostenere i progetti dell’associazione: c/c postale n. 37320421 oppure bonifico bancario su Banca Popolare Etica (filiale di Padova) codice IBAN: IT 32 V 05018 12101 000000107147