[www.misna.org • 19.09.02] Si sta mettendo in moto la macchina da guerra statunitense in vista di un sempre più probabile attacco in Iraq. Il quartier generale del Comando centrale delle forze armate degli Stati Uniti inizierà venerdì a spostare personale e materiali dall'attuale sede di Tampa Bay (Florida) ad una base aerea in Qatar.

WASHINGTON PRONTA AD ATTACCARE. MANDELA: USA SIETE UNA MINACCIA PER IL MONDO

Si sta mettendo in moto la macchina da guerra statunitense in vista di un sempre più probabile attacco in Iraq. Il quartier generale del Comando centrale delle forze armate degli Stati Uniti inizierà venerdì a spostare personale e materiali dall’attuale sede di Tampa Bay (Florida) ad una base aerea in Qatar. La notizia è stata data oggi dall’emittente radiotelevisiva Usa ‘Fox News’ che ha citato fonti militari dirette. La smobilitazione dovrebbe iniziare dopo il discorso che George Bush terrà oggi durante la 57esima Assemblea Generale dell’Onu, aperta due giorni fa a New York. Mentre gli Stati Uniti sembrano sempre più prepararsi a future operazioni contro Saddam Hussein, un duro monito a Washington a rivedere la propria politica estera è arrivato dall’ex capo di Stato sudafricano Nelson Mandela. Il premio nobel per la pace, in una lunga intervista rilasciata al settimanale Usa ‘Newsweek’ e pubblicata ieri in concomitanza dell’anniversario dei tragici accadimenti dell’11 settembre, ha scagliato parole di fuoco contro Bush e tutta la sua amministrazione. “Gli Stati Uniti sono una minaccia per la pace nel mondo”, ha tuonato Mandela. “Scott Ritter, un ex ispettore delle Nazioni Unite che si trova a Baghdad, ha dichiarato che non vi sono prove della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq.  Né Bush né Tony Blair, hanno alcuna prova che queste armi esistano, mentre tutti sanno che Israele le possiede.Perché dunque utilizzare due pesi e due misure?”, continua Mandela, “È chiaramente una decisione motivata dal desiderio di George Bush di compiacere le industrie statunitensi della difesa e del petrolio”. Mandela, sottolinea poi come nel passato gli errori della politica estera statunitense abbiano avuto più di una volta “sfortunate ripercussioni” sul resto del pianeta. “Guardiamo a cosa accadde in Iran, quando l’aperto sostegno dato dagli Usa allo Shah fu la causa diretta della rivoluzione islamica del 1979. O quando Washington ha deciso di armare e finanziare i ‘mujahidin’ in Afghanistan, invece di appoggiare e incoraggiare l’ala moderata del governo afgano. Una scelta che ha portato il Paese nelle mani dei Talebani”, ha continuato il leader sudafricano. Secondo Mandela in più di un’occasione gli Stati Uniti, temendo il diritto di veto all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, hanno “utilizzato strade alternative per poter proseguire nei loro piani, violando la sovranità di altri Paesi”. Proprio questo atteggiamento unilaterale, secondo Mandela, rappresenta la principale minaccia della politica estera Usa verso il resto del mondo.(fonte: www.misna.org)