APPELLO PER UN’ALTRA VICENZA POSSIBILE

APPELLO PER UN’ALTRA VICENZA POSSIBILE

Noi, associazioni e gruppi, abbiamo promosso VicenzaMondo con l’obiettivo di provocare la popolazione di Vicenza ad aprirsi alle grandi questioni che decidono il presente e il futuro del mondo e a rendersi solidale soprattutto con gli impoveriti e gli esclusi del pianeta Terra. In questa quinta edizione abbiamo voluto affrontare le problematiche dell’immigrazione e della democrazia partecipativa.

Diamo un rapido sguardo alla situazione attuale:

• Dal Dossier Statistico Immigrazione 2006: «superata nel 2005 quota tre milioni. Con un ritmo d’aumento annuale, che nel 2006 è tendenzialmente di circa 300.000 unità, si può ipotizzare un raddoppio della popolazione immigrata entro 10 anni». A Vicenza si è passati dai 9719 del ’94 ai 65.000 del 2005;

• Il debito estero dei paesi, detti comunemente in via di sviluppo, è aumentato in maniera preoccupante: 1980: 609, 5 mld di dollari; 1990: 1.472,8 mld di dollari;1997: 2.316,6 mld di dollari; 2000: 2.600 mld di dollari;

• La differenza tra i paesi ricchi e quelli più poveri è molto grande. Di fatto il PIL globale è diviso nel seguente modo: 86% va per il 20% più ricco, 13% va per il 60% che è la classe media, 1% va al 20% che sono i più poveri;

• Secondo il Ministero degli Interni l’indice di microcriminalità degli immigrati regolari corrisponde a quello dei cittadini  italiani;

• Forme di discriminazione nei confronti degli immigrati: sul lavoro, sull’abitazione, nella scuola, a riguardo dei sussidi pubblici a sostegno del reddito famigliare…

• Ancora oggi troppi paesi del mondo sono sotto regimi non-democratici, dove è maggiore la violazione dei diritti umani. Secondo Freedom House, nel 2005 ci sono nel mondo 89 Paesi democratici, per 2,97 miliardi di persone, il 46% della popolazione mondiale. Mentre, sono 103 quelli tra non democratici e parzialmente democratici, per 3,49 miliardi di persone, il 54% della popolazione mondiale;

• La Comunità Europea ha richiamato più volte l’Italia per violazioni dei diritti umani riguardanti l’immigrazione e il diritto di asilo, gli stranieri regolari, le comunità Rom e la protezione delle vittime della tratta di esseri umani, ecc.;

• Si stanno moltiplicando anche in Italia iniziative di democrazia partecipativa, diretta e dal basso. Per esempio: referendum abrogativo e propositivo, bilancio partecipativo, assemblee deliberative, comitati spontanei territoriali e tematici…

L’immigrazione, civiltà dell’incontro. Chi sono per noi queste persone che oggi vengono in Italia? Li chiamiamo immigrati, considerando questo l’elemento fondante della loro identità. Ponendoci invece in un’ottica di intercultura come processo di reciprocità possiamo sviluppare una strategia di mediazione sociale e culturale che parte dalla condizione sociale dell’immigrato e non da una astratta concezione identitaria riferita alla cultura di appartenenza. La cultura migra al di là dei confini. L’intercultura si basa su un concetto di contiguità: gli altri non sono ‘assolutamente diversi’. Al fine di promuovere una relazione interculturale è fondamentale ricercare una relazione paritaria. 

• La democrazia partecipativa, per renderla compiuta.

Vogliamo riderci su o lamentarci della democrazia come di un buono o cattivo spettacolo, del quale siamo spettatori? Questo spettacolo non solo determina il nostro vivere quotidiano ma anche le condizioni di esistenza delle future generazioni.  Vogliamo esercitarla maggiormente da protagonisti che sentono il compito e la responsabilità di contribuire alla formazione di una volontà su come debbano procedere le cose?

Il Parlamento italiano con la riforma Costituzionale del 2001 ci ha dato la possibilità di scegliere, equiparando la democrazia partecipativa/diretta a quella rappresentativa, introducendo il principio di sussidiarità.  A questo punto è solo questione di volontà e costanza. È dal 1995 che in Alto Adige cittadine e cittadini si stanno battendo per acquisire il diritto di esercitare la loro sovranità non solo con la scelta del candidato al quale delegare la propria competenza e responsabilità ma anche in modo più diretto e concreto. Su questa strada stanno sorgendo sempre più iniziative di democrazia partecipativa. Per esempio, un comitato di cittadini di Vicenza è riuscito ad usare per la prima volta lo strumento del referendum consultivo per chiedere l’introduzione nello statuto comunale degli strumenti del referendum propositivo, abrogativo e propositivo-abrogativo.

La democrazia deve essere ciò che i cittadini vogliono che sia!

Noi come rete VicenzaMondo crediamo in questa partecipazione dalla base e sogniamo un’’immigrazione che diventa civiltà dell’incontro e una democrazia partecipativa e non più solamente rappresentativa. Per ciò ci impegniamo a:

1) vedere e incontrare gli immigrati non solo come manodopera ma innanzitutto  come persone e famiglie che vengono a vivere in Italia con le loro culture e religioni, considerandoli quindi cittadini portatori sia di diritti che di doveri;

2) gestire le città, sia a livello civico che religioso, in modo che favoriscano la convivenza e la pace tra tutti i cittadini, evitando politiche di ghettizzazione mediante leggi e azioni di integrazione e d’incontro.

3) lamentarci meno e  partecipare di più, in varie forme (al consiglio comunale, alle campagne di pressione, alla vita del quartiere…), senza aspettare il nuovo dall’alto ma facendolo crescere dal basso col nostro impegno quotidiano.

4) chiedere alle amministrazioni comunali della provincia di Vicenza di rispettare la volontà di partecipazione dei cittadini, introducendo nuovi strumenti di democrazia partecipativa e facilitandone l’utilizzo.

A partire dall’associazionismo e dalle campagne di pressione vogliamo creare una Vicenza capace di accogliere anche le minoranze, senza arroccarsi nella difesa dei propri interessi particolaristici superando la paura di perdere la propria identità,  avendo il coraggio di vedere nell’altro una grande opportunità di migliorare la propria realtà culturale. Vogliamo una Vicenza capace di organizzarsi come comunità responsabile mediante varie forme di partecipazione per essere all’altezza delle sfide mondiali secondo giustizia e la pace. L’incontro è l’unica sicurezza. La partecipazione è il fondamento della democrazia.

Vicenza, 22 ottobre 2006

Sottoscritto dalle associazioni e gruppi:    AlterATTIVA, Arciragazzi, Beati i Costruttori di Pace, Circoscrizione Soci di Banca Etica di Vicenza, Comitato Più Democrazia, Comunità Papa Giovanni XXIII, EQuiStiamo, Fileo, Gocce di Giustizia, Granello di Senape, Gruppo Solidarietà di Alte, Loma Santa, Magie delle Ande, Mlal Vicenza, Opera Nomadi Vicenza, Progetto sulla Soglia (Coop. Insieme), Scuola del Villaggio, Unicomondo, Voci Contro.