Mentre crescono per il sesto anno consecutivo le spese militari nel mondo superando i mille miliardi di dollari – spese che per il 47% sono fatte dagli Stati Uniti (455 miliardi di dollari) – l’Italia, con una spesa 27,8 miliardi di dollari nel 2004 e di 27,6 miliardi di dollari nel 2003, si piazza al settimo posto della graduatoria mondiale per il secondo anno consecutivo, precedendo paesi tradizionalmente con alta spesa militare come la Russia (19,4 miliardi), Arabia Saudita (19,3 miliardi), Corea del Sud (15,5 miliardi) e India (15,1 miliardi). Ma non solo. Con un’esportazione di 261 milioni di dollari (in valori costanti) l’Italia è nel 2004 il nono esportatore mondiale di armi, che sono state vendute anche a nazioni sotto embargo Ue come Cina, in conflitto come India e Pakistan e fortemente indebitati come Sudafrica Brasile e Cile. Lo si evince dai dati del Sipri, l’Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace, che ieri ha pubblicato il Rapporto 2005.
Scorrendo le dettagliate tabelle del Rapporto 2005 si apprende, infatti, che l’Italia negli ultimi tre anni ricopre stabilmente un posto tra i primi dieci della graduatoria dei maggiori esportatori mondiali di armi convenzionali: il settimo nel 2002 con un’export pari a 357 milioni di dollari, il nono nel 2003 con un’export di 303 milioni di dollari e sempre il nono nel 2004 con un export, in calo, di 261 milioni di dollari. Un calo dovuto principalmente ai tempi di consegna, mentre le nuove commesse sono in crescita come segnalava recentemente la Relazione ministriale sull’export 2004.
Tra i destinatari di armi armi italiane e di licenze di produzione appaiono Paesi sotto embargo Ue come Cina o in conflitto come India e Pakistan: all’India nel periodo 2000-2004 l’Italia ha esportato 15 “Fire control radar” tipo Seaguard TMX da installare su fregate prodotte in India e 72 siluri A244/S ASW, mentre al Pakistan sono stati venduti 135 radar Grifo Combat della Fiar da installare su Mirage-3 e altri caccia, ed altri 57 radar sempre modello Grifo Combat della Fiar per aerei da combattimento F-7MG (F-7PG) di fabbricazione cinese.
Nell’elenco delle destinazioni di armi italiane appaiono inoltre Paesi poveri e altamenti indebitati che destinano ingenti risorse alla spesa militare. Tra questi il Sudafrica al quale sono stati venduti 30 elicotteri da combattimento A-109K dell’Agusta per un valore complessivo di 240 milioni di dollari, che fanno parte di un “pacchetto” di ben 977 milioni di dollari che prevede tra l’altro 191 milioni di dollari destinati all’industria armiera locale per la produzione di elicotteri A-109 e A-119 destinati all’esportazione e per elicotteri A-109LUH di cui 25 assemblati in Sudafrica. Sempre della Agusta sono due elicotteri modello AB-139, di cui uno ad uso civile, destinati alla Namibia del valore di 8 milioni di dollari ciascuno mentre 8 elicotteri del modello A-109K e A-109E Power version sono stati venduti alla Nigeria.
Tra gli export a nazioni altamente indebitate sono da segnalare i 46 radar Grifo Combat e Grifo-F version venduti al Brasile del valore di 285 milioni di dollari che fanno parte di un programma di modernizzazione dei caccia F-5BR e F-5E la cui consegna è prevista a partire da quest’anno; un contratto per siluri Black Shark AS torpedo col Cile e la modernizzazione di due fregate “Lupo” per il Perù del valore di 30 milioni di dollari.
Tra i maggiori acquirenti delle armi “made in Italy” c’è la Malesia che nel 2003 ha firmato un contratto per 11 elicotteri A-109K della Agusta del valore complessivo di 70 milioni di dollari e A-109LUH nella versione da combattimento di cui alcuni assemblati nel paese asiatico; 6 Seaguard TMX Fire control radar; 30 siluri Black Shark AS da instalare su sottomarini Scorpene e 24 Otomat Mk-2 missili per corvette.
Da segnalare, inoltre, i 4 radar NA-25XM “Fire control” venduti agli Emirati Arabi Uniti che fanno parte del “progetto Baynunah” del valore complessivo di 500 milioni di dollari che prevede, tra l’altro, la modernizzazione in Italia di 8 elicotteri CH-47C Chinook libici che verranno consegnati agli Emirati il prossimo anno.
Sistemi d’arma che, come si vede, vanno d’accordo con tutte le tipologie di armi, dai Chengdu F-7MG cinesi ai caccia F-5BR brasiliani, dalle fregate Shivalik Class prodotte in India ai Mirage-3 francesi agli F-7P dell’aeronautica militare del Pakistan.
Giorgio Beretta
Fonte: Unimondo