[Gianmaria Ragnolo • 21.07.02] La prima cosa impressionante è il caldo. Una sensazione che avvolge, che accoglie, che mi piace. All’aeroporto, appena oltrepassate le porte degli arrivi (nella cui sala interna pompa incessantemente aria condizionata), ho sentito sulla pelle una corrente improvvisa di aria calda, una carezza ovvia ma comunque inaspettata, il primo piacevole regalo dei tropici...

AUSTRALIA. VIAGGIO NEL CUORE DEL MONDO/3 – I TROPICI: DARWIN

3. I tropici: Darwin 

La prima cosa impressionante è il caldo. Una sensazione che avvolge, che accoglie, che mi piace. All’aeroporto, appena oltrepassate le porte degli arrivi (nella cui sala interna pompa incessantemente aria condizionata), ho sentito sulla pelle una corrente improvvisa di aria calda, una carezza ovvia ma comunque inaspettata, il primo piacevole regalo dei tropici. Il mio volo è durato tre ore e mezza e l’orologio ora segna mezzanotte e dieci. Era già  mercoledì.

Avevo lasciato il fresco aeroporto di Brisbane in tarda serata ed ora mi sento quasi scaraventato in questo nuovo ambiente del quale non conosco quasi nulla. Non avevo programmato nulla del mio viaggio al nord, volevo che gli eventi e la casualità segnassero il tragitto che intendevo percorrere; volevo che le esperienze fossero frutto di fatti inaspettati, coincidenze o incidenti di percorso. Siamo in inverno, ma qui ai tropici questo conta poco. L’umidità è il fattore chiave che distingue l’inverno dall’estate tropicale. A dire il vero qui non si parla mai di estate ed inverno ma di stagione secca e delle piogge.

Nel periodo secco, tra aprile ed ottobre, non piove mai. Nonostante i 35 gradi del giorno ed i 25 della notte comunque si sta bene, si vive e  soprattutto si respira. Le piogge invece cadono tra novembre e febbraio, nel periodo estivo,  quando l’umidità raggiunge percentuali da soffocamento e la calura è intollerabile. In ogni casa sono installati ventilatori, ventole sui soffitti in ogni stanza (bagno compreso), condizionatori. Non averli significherebbe morire. Di giorno sono sempre tutti accesi, anche d’inverno, ed il rumore incessante ricorda quello di un elicottero pronto al decollo o di un frullatore pronto a triturare tutto quel che passa tra le lame, tanto che a volte ho avuto paura di entrare nelle stanze.

In estate le piogge sono monsoniche, abbondanti ed incessanti,  torrenziali, veri e propri scrosci d’acqua che talvolta durano giorni, con tuoni e lampi così  imponenti e spettacolari da richiamare il turismo. Nelle zone tropicali e sub-tropicali molte  case sono rinforzate o costruite su un piano rialzato, con tronchi che fanno da fondamenta, tanto da dare l’idea di palafitte senz’acqua. Inondazioni ed allagamenti si contano ovunque quando piove e, a volte, interi villaggi rimangono isolati dal resto della regione per settimane.

Poi imperversano i cicloni, dei quali Darwin ne porta ancora i segni. Sono cicatrici indelebili  soprattutto nella memoria di coloro che dal ciclone sono stati travolti, sfollati, lasciati senza nulla. Molta gente ancora oggi ne parla con terrore. Era la vigilia di Natale del ’74, nella notte il ciclone Tracy ridusse la città ad un ammasso di lamiere e cavi penzolanti. Il vento e la pioggia raggiunsero quasi i 300 km/h ed oltre il 50% delle abitazioni fu distrutto. 66 furono le vittime. In seguito la città venne ricostruita, il nuovo piano regolatore prevedeva case più  resistenti, dove possibile in muratura e con tetto “a prova di ciclone”.

Da allora la forza distruttiva della natura smise di fare la storia della città. Il mio viaggio prosegue. / CONTINUA


 RACCONTI di Gianmaria Ragnolo. Nato a Soave nel maggio del 1979, in provincia di Verona, dopo aver conseguito la maturità classica, ha vissuto ed iniziato gli studi universitari a Firenze. Nel 2000 ha lasciato l`Italia per lavorare e vivere nel Regno Unito. Il giovane, nell`agosto del 2001 è partito per il suo primo viaggio in Australia e Nuova Zelanda dove ha lavorato in fattorie organiche e conosciuto più a fondo le culture indigene dei due Paesi. Ha iniziato da qualche settimana la sua seconda avventura australiana, cercando sempre nuove esperienze di viaggio, evitando tutto ciò che è convenzionale e descrivendo ciò che vive e vede con curiosità ed acutezza.