[ADISTA • 06.11.04] Ha avuto ampia eco sui giornali, pur solitamente distratti su tali temi, la notizia del bando della Coca Cola da parte di un municipio romano, il Municipio Roma XI guidato da Massimiliano Smeriglio di Rifondazione Comunista...

BOICOTTAGGI. STOP A COCA-COLA ED ALTRI. IL PERCORSO ETICO DEL COMUNE DI ROMA

Ha avuto ampia eco sui giornali, pur solitamente distratti su tali temi, la notizia del bando della Coca Cola da parte di un municipio romano, il Municipio Roma XI guidato da Massimiliano Smeriglio di Rifondazione Comunista.

Con l’ordine del giorno approvato il 22 ottobre, che esclude i prodotti della multinazionale Usa dai distributori automatici presenti negli uffici, nelle biblioteche e nelle scuole pubbliche del territorio municipale, la coalizione di centrosinistra che governa il Municipio Roma XI ha così voluto aderire alla campagna internazionale di boicottaggio dei prodotti della Coca Cola lanciata a partire dal luglio del 2003 da numerose realtà sindacali colombiane (in particolare dal Sinaltrainal, il sindacato nazionale dei lavoratori delle imprese del settore agroalimentare) in seguito alle accuse rivolte alla multinazionale di violazioni dei diritti umani e di atteggiamento antisindacale nei confronti dei lavoratori delle imprese imbottigliatrici.

Responsabilità, quelle della Coca Cola, confermate da Amnesty International, da una Commissione di inchiesta indipendente di New York e anche dalla Corte Federale di Miami, che il 31 marzo del 2003 ha ritenuto la documentazione presentata dal sindacato sufficiente per procedere penalmente contro la multinazionale. Le denunce dei sindacati e di altre realtà della società civile colombiana hanno messo in risalto la connivenza della Coca Cola e di altre multinazionali con gli organi di sicurezza colombiani e con le squadre paramilitari nella feroce repressione del movimento sindacale e più in generale di tutta l’opposizione.

La speranza di Smeriglio è quella di un “effetto domino”: “la nostra amministrazione – ha detto – fa parte di una rete nazionale, denominata ‘Rete del nuovo municipio’, insieme ad altri 300 comuni, ai quali abbiamo chiesto di boicottare questi prodotti”.

L’iniziativa del Municipio XI si inquadra nel percorso intrapreso dal Comune di Roma relativamente agli “sponsor etici” . Nel 2002, in occasione della Festa dell’Altraeconomia, durante un incontro con il missionario comboniano Alex Zanotelli, il sindaco Walter Veltroni aveva assunto l’impegno di escludere dalle sponsorizzazioni e dalla pubblicità del Comune le multinazionali sotto boicottaggio: decisione da cui è derivato il Regolamento per la disciplina e la gestione delle sponsorizzazioni, che, per la prima volta in Italia, prevede l’inserimento di criteri di responsabilità socio-ambientale nella selezione degli sponsor di eventi culturali, sociali, ricreativi promossi dal Comune. Il Regolamento, alla cui stesura hanno collaborato la Campagna Sponsor etici per Roma e il Tavolo dell’Altraeconomia (un gruppo di lavoro, di cui fanno parte realtà come il Coordinamento Cambia lo Sponsor, la Rete di Lilliput, la Rete Romana Consumo Critico, nato per avvicinare le istituzioni alle iniziative che dal basso propongono modalità alternative di produzione, consumo, risparmio e lavoro), dovrebbe essere votato a giorni in Consiglio comunale.

Ma il ricorso a sponsor etici non è l’unica iniziativa promossa dal Comune di Roma. A dicembre prenderanno il via i lavori per la realizzazione della prima Città dell’Altra Economia, all’ex Mattatoio di Testaccio: uno spazio di 3.500 mq (ecocompatibile ed azionato da energie rinnovabili) di esposizione e vendita permanente dei prodotti dell’altra economia, ma anche laboratorio, spazio culturale e luogo di incontro. La Città, dedicata a commercio equo e solidale, finanza etica, turismo responsabile, software libero, agricoltura biologica, pratiche di riuso e riciclo dei materiali, verrà inaugurata nella primavera del 2006.