[Franco Giardina • 20.09.08] Racconto che partecipa al Concorso solidal-umoristico-letterario nazionale «Léggere nel verde». Il nonno accompagnò la nipotina al parco: quel giorno toccava a lui la custodia della piccola perchè entrambi i genitori erano impegnati. Per lui era un piacere, perchè la bambina era molto sveglia e loquace e per niente lagnosa. Si diressero verso un angolo tranquillo, distante dai giochi, si sedettero sotto una quercia e il nonno cominciò: «Oggi leggeremo un bel libro di favole. Dunque c’era una volta...».

C’ERA UNA VOLTA…


Racconto che partecipa al Concorso solidal-umoristico-letterario nazionale «Léggere nel verde».

C’ERA UNA VOLTA…

di Franco Giardina

Il nonno accompagnò la nipotina al parco: quel giorno toccava a lui la custodia della piccola perchè entrambi i genitori erano impegnati. Per lui era un piacere, dato che la bambina era molto sveglia e loquace e per niente lagnosa.

Si diressero verso un angolo tranquillo, distante dai giochi. Si sedettero sotto una quercia e il nonno cominciò:

– Oggi leggeremo un bel libro di favole. Dunque c’era una volta…

– Nonno, scusa ma che tipo di volta è? Come quella della chiesa e poi, cos’è successo, è caduta?

– Ma no, mia cara: la frase C’era una volta… indica molto tempo fa.

– Ah, va bene.

– Dunque: C’era una volta una re ed una regina…

– Ma la regina si chiama per caso Elisabetta? Sai ho sentito alla televisione…

– Ma no, quella è una regina di adesso, questa della favola non so come si chiama, sul libro non c’è scritto…

– Ah, va bene.

– Avevano una bambina a cui avevano messo il nome di Aurora.

– É come il nome di un cinema…

– Sì, ma non continuare ad interrompermi altrimenti non finiremo mai la storia.

– Ah, va bene.

– I sui genitori erano molto contenti, come pure tutti gli abitanti del reame. Fu deciso di organizzare una festa in onore della principessa e cominciarono a spedire gli inviti.

– Scusa nonno, ma non potevano telefonare? Oppure usare l’e-mail?

– Ma no, a quel tempo il telefono non c’era e neppure il collegamento internet…

Il nonno cominciava a innervosirsi, ma gli era stato raccomandato di non perdere le pazienza. Tirò un sospiro.

– Dopo qualche giorno, cominciarono ad arrivare le adesioni dei personaggi importanti, tra cui c’erano anche tre fate: Flora, Fauna e Serena.

– Ma allora ho capito: erano le Winx, mi piacciono tanto… qualche volta la mamma me le fa vedere in televisione.

– Io non me intendo di Winx, quelle erano delle fate buone con tanto di ali e bacchetta magica.

– Se è per questo, anche le Winx hanno le ali.

– Sarà, ma nel mondo delle favole c’erano, oltre alle fate, altri personaggi fantastici: il liocorno, il mago, l’orco…

– Sì, Shreck! Hanno appena fatto vedere il terzo episodio…

– Senti, andiamo avanti a leggere. Vedrai che sarà più interessante. Allora… Tra gli invitati c’era anche un re che abitava lì vicino. Egli aveva un figlio ancora piccolo ma che voleva prometterlo ad Aurora, come futuro marito, così potevano unire le due nazioni.

– Che bello. É come l’Europa: cominciavano con due per poi arrivare a 22!

– Dai, ora è un’altra cosa. Dunque arrivò il giorno: avevano addobbato la città di fiori, il castello era pieno di bandiere e tutti erano eleganti per la festa.

– Ma nonno, c’erano gli stilisti anche allora? Perchè le signore dovevano sfoggiare degli abiti nuovi…

– No – rispose seccato il nonno – non c’erano gli stilisti. Dunque, tutto era pronto: arrivarono i suonatori…

– Era un complesso rock?

– No, il rock non era ancora stato invitato!… E suonarono le trombe. Cominciarono tutti ad entrare nel castello con i regali per la principessa quando arrivarono le Winx… scusa, le tre fate buone, e ciascuna consegnò un regalo. In quel momento un grande boato colse tutti di sorpresa ed apparve la strega cattiva…

– Questa la so: Crudelia De Mon, quella dei cagnolini rapiti…

– No, non era Crudelia. Questa si chiamava Malefica e disse che la principessa sarebbe morta il giorno del suo sedicesimo compleanno

– Oh, poverina. Ma perchè non hanno chiamato subito la polizia?

– Ma no, non c’entra la polizia con le fiabe!

La pazienza del nonno stava per esaurirsi. Fece uno sforzo ulteriore e proseguì.

– Fortunatamente l’ultima fata non aveva ancora completato il suo dono e disse che Aurora non sarebbe morta ma sarebbe caduta in un sonno profondo.

– Ecco, come al solito. Le daranno un sonnifero molto forte per far sembrare che sia morta e prendere i soldi dell’assicurazione…

– Senti, vediamo di finire la favola, per favore. E fu così che la piccola principessa fu nascosta e cresciuta in una casa nel bosco. Era molto bella ed aveva una voce bellissima. Un giorno cantando le apparve anche un folletto…

– Ah sì! E’ quello dell’aspirapolvere, ne abbiamo uno anche a casa!

– Ma no, non c’entra l’aspirapolvere. Devi pensare che la storia ha avuto luogo parecchio tempo fa, in un mondo dove non c’era l’elettricità.

– Oh, poverini. Così non avevano la luce… E cosa avevano per vedere al buio? Le pile?

– No, anche quelle non c’erano. Usavano… usavano le candele, ecco cosa utilizzavano…

– Sono quelle che mio papà dice di pulire, quando la macchina non parte?

– Andiamo avanti. Dunque, non era un folletto bensì un gufo che si era impigliato in un mantello appeso ad un ramo.

– Magari era quello di Harry Potter: se l’era dimenticato nel bosco…

– E cosa c’entra Henry Potter? Dunque, Aurora ballava con questo mantello quando il principe, che era lì vicino e che era il proprietario del mantello, cacciò il gufo e cominciò a ballare con la principessa.

– Ma come facevano a ballare senza musica? Avevano una radio portatile?

La pazienza del nonno era sparita del tutto ed una sensazione di rabbia cominciava ad impossessarsi di lui. Si fece forza e continuò, anche perchè si accorse che nel frattempo altri ascoltatori s’erano aggiunti all’auditorio.

– Senti, era un mondo semplice, abitato da gente semplice governata da un re…

– Ah, sì lo conosco: è Silvio, quello che chiamano il re delle televisioni…

– Basta! Forse è meglio che andiamo a giocare con la palla oppure ti porto a fare un giro sulle giostrine, che ti piacciono. O sullo scivolo…

Franco Giardina