CHE C’AZZECCANO LE ONG E I FRATI CON I MILITARI?

Tempi duri per le Ong italiane. Il Governo Berlusconi non solo riduce gli aiuti alla cooperazione, ma ha anche deciso di azzerare i ‘contributi volontari’ dell’Italia alle cinque principali agenzie dell’Onu (Unicef, Acnur, Fao, Oms e Unpd). Una decisione che ha subito suscitato le reazioni anche delle Ong italiane: “Nella cooperazione, questo governo ha seguito con costanza una logica clientelare in cerca di ritorni economici per il nostro paese, invece di concentrarsi sulla lotta alla fame” – denuncia Sergio Marelli, presidente dell’associazione delle Ong italiane. “Da una parte, si tagliano i fondi alle agenzie che perseguono gli obiettivi di sviluppo del millennio; dall’altra, si sponsorizzano altre agenzie solo perché i vertici sono italiani” – rincara Raffaele Salinari, portavoce del Cini (Coordinamento Italiano Network Internazionali).

In merito alla decisone della Farnesina, Giulio Marcon di Sbilanciamoci nota che per il Governo italiano è “meglio spacciare come umanitaria la missione militare in Iraq e distribuire qualche spicciolo solo alle agenzie internazionali in cui ci sono gli amici degli amici“. “Per riportare la cooperazione allo sviluppo in vita servono non solo più soldi (anche, certamente, per le Nazioni Unite), ma anche scelte politiche alternative che rompano il cordone ombelicale di questa con la politica estera (e militare) e commerciale (delle imprese): e cioè con le politiche neoliberiste di guerra e di sfruttamento economico” – nota sempre Marcon.


Ma qualche Ong ha trovato il modo di darsi da fare proprio coi militari. Un recente comunicato del VIS (Volontariato italiano per lo sviluppo) segnala che “grazie al grande cuore degli aviatori dell’Aeronautica Militare si apre il Centro di accoglienza diurna per i bambini ed i ragazzi colpiti dallo tsunami a Dungalpitiya in Sri Lanka”. Contattata telefonicamente la responsabile dell’ufficio stampa del Vis, Giulia Pigliucci, ci ha spiegato che si tratta, come riporta il comunicato, di un progetto interamente finanziato dalla “solidarietà” degli aviatori dell’Aeronautica Militare e che fa parte del “programma Negombo” finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile, dove i ragazzi saranno accolti per le attività educative e formative, mentre all’esterno sono stati realizzati gli spazi preposti alle attività sportive.

“Con i 190.125 Euro raccolti dall’Aeronautica Militare nei prossimi tre anni il Vis sosterrà programmi di recupero ad personam i bambini ed i ragazzi accolti nel Centro”. Sorprende soprattutto l’entusiasmo delle affermazioni di Antonio Raimondi, presidente del VIS, che dichiara: “Ancora una volta il cuore degli aviatori dell’Aeronautica Militare e la grande capacità del Capo di Stato Maggiore Generale di Squadra Aerea Leonardo Tricarico ad incoraggiare i propri uomini ad aderire con entusiasmo ad un’iniziativa di solidarietà, in questo caso per i bambini ed i ragazzi dello Sri Lanka colpiti dallo tsunami, è la dimostrazione che in Italia c’è un sistema Paese composto da persone di Istituzioni, Enti, Associazioni e ONG che crede nei valori universali e che è in grado di rispondere con solerzia e generosità. È questa la parte vincente e imprescindibile della nostra Italia a cui non possiamo rinunciare”. Il presidente del Vis non sembra sfiorato dal problema, sollevato da tempo da numerose Ong italiane, circa la commistione tra mondo militare e interventi delle organizzazioni umanitarie. E, senza togliere niente al “grande cuore” degli aviatori dell’Aeronautica, stupisce che una Ong non tenga presente il reiterato tentativo di autolegittimazione da parte delle nostre Forze armate attraverso la promozione di svariate “opere umanitarie”.

Nessun dubbio sfiora nemmeno i frati del Sacro Convento di San Francesco di Assisi che sponsorizzano la propria rivista “San Francesco Patrono d’Italia” col contributo di Finmeccanica.

Sull’ultima di copertina (vedi foto), a coprire tre quarti di pagina c’è la pubblicità di Finmeccanica e sotto la pubblicità l’immagine del Poverello di Assisi. Forse ai Frati è sfuggito che Finmeccanica è la prima azienda italiana produttrice di armi ad uso militare e la decima nel mondo. Quasi il 60% della produzione di Finmeccanica è dedicato al settore militare e l’azienda ha realizzato nel 2003 vendite di armi per 225 milioni di dollari mantenendo per il secondo anno consecutivo il decimo posto tra le maggiori aziende produttrici di armi nel mondo, riporta il Sipri.

Un dato, questo, che non avrebbe dovuto sfuggire agli amici della Tavola della Pace al cui Convegno del 13-14 gennaio 2006 scorso faceva bella comparsa la rivista dei frati proprio sul banchetto posto all’ingresso della sala dove si sono svolti i lavori. Forse è venuto il momento che le Ong e le loro associazioni nazionali, frati e missionari comincino a interrogarsi su questi finanziamenti e sponsorizzazioni, magari esplicitando il proprio “codice di condotta”. Per dirla in parole semplici: ma che c’azzeccano coi militari?

Giorgio Beretta

Fonte: Unimondo

Dossier di Lettera 22 sui tagli del Governo alle agenzie Onu

Pubblicità di Finmeccanica sulla rivista del Sacro Convento