[di Davide Lovato • Settembre 1997] Il Comitato comunale di educazione alla solidarietà, pace e mondialità è nato a Cologna Veneta nei primi mesi del 1995 sulla spinta di una raccolta promossa dalla Caritas locale ed indirizzato espressamente all'aiuto delle popolazioni colpite dalla guerra in Ex Jugoslavia. Il gruppo si è via via organizzato e ha iniziato ad aiutare in particolar modo alcuni campi profughi della zona di Rijeka, in Croazia, portando mensilmente ad ogni famiglia dei pacchi contenenti generi di prima necessità, abbigliamento e scarpe. É nato così un gemellaggio tra il gruppo e tre campi profughi, che ospitavano in totale oltre 150 persone...

CONTINUA A VIVERE L’AMICIZIA SBOCCIATA TRA LE MINE

Il Comitato comunale di educazione alla solidarietà, pace e mondialità è nato a Cologna Veneta nei primi mesi del 1995 sulla spinta di una raccolta promossa dalla Caritas locale ed indirizzato espressamente all’aiuto delle popolazioni colpite dalla guerra in Ex Jugoslavia. Il gruppo si è via via organizzato e ha iniziato ad aiutare in particolar modo alcuni campi profughi della zona di Rijeka, in Croazia, portando mensilmente ad ogni famiglia dei pacchi contenenti generi di prima necessità, abbigliamento e scarpe. É nato così un gemellaggio tra il gruppo e tre campi profughi, che ospitavano in totale oltre 150 persone. Successivamente il gruppo ha deciso di non limitare il proprio servizio all’aiuto materiale e sono così stati organizzati dei periodi estivi di animazione presso i campi: quest’attività ha permesso di creare un forte legame di amicizia con le persone della nostra zona. La generosità di molte persone e il coinvolgimento di alcune associazioni della zona ha reso possibile l’effettuazione di oltre 60 spedizioni di materiale; in totale abbiamo provveduto a portare direttamente ai profughi oltre 80 tonnellate di viveri, vestiario e scarpe. Da quando la guerra in Ex Jugoslavia è ufficialmente terminata, l’attività del comitato si è in parte modificata; infatti una parte di coloro che erano ospitati nei campi profughi è potuta ritornare dove viveva prima del conflitto, ma molti altri sono stati mandati in zone occupate in precedenza da popolazioni di altre etnie. Queste persone sono state mandate in case spesso danneggiate dalle bombe e senza possibilità di lavoro per cui abbiamo deciso di aiutare alcune famiglie profughe a ritornare ad una vita normale. La nostra attività è adesso quella di aiutare il gruppo di profughi che è stato mandato a ripopolare la città di Vojnocav, in Kraijna; si tratta di circa 50 famiglie che si trovano a vivere in case in parte distrutte e in una zona dove molti terreni sono tutt’oggi cosparsi di mine. Il nostro gruppo si reca nella cittadina ogni due o tre mesi portando viveri, indumenti ed altro materiale che ci viene di volta in volta richiesto. Il nostro prossimo viaggio in quelle zone è imminente; in questa occasione porteremo anche parecchi indumenti invernali: infatti il clima in quella zona è particolarmente rigido con temperature molto più basse di quelle delle nostre zone e con frequenti nevicate. In quasi cinque anni di attività moltissime persone dei nostri paesi si sono prodigate per regalare un po’ di speranza a chi l’aveva quasi persa; e il miglior ringraziamento per quanto fatto è stato vedere come, di mese in mese, le condizioni dei profughi nei campi miglioravano lentamente. A volte collaboriamo anche con gruppi del vicentino, veronese e padovano.


Articolo pubblicato sul numero di Settembre/Ottobre 1997 de «il GRILLO parlante»