Le Lauree honoris causa in utopia 2018 saranno consegnate a Domenico Lucano, sindaco di Riace e alla filosofa Donatella Di Cesare per la loro audacia in nome dei diritti e dell’umanità: «Perché hanno dimostrato non solo di essere audaci ma hanno fatto dell’audacia una espressione dell’essere e la forza del cambiamento».
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, e la filosofa Donatella Di Cesare saranno insigniti di questo importante attestato, che simbolicamente vuole omaggiare uomini e donne che con coraggio e ostinazione si battono per un mondo migliore, un mondo di pace, di giustizia, di diritti garantiti, di equità e di rispetto dell’ambiente vitale.
La scelta del comitato, per questa edizione 2018, è caduta su due testimoni della resistenza politica, civile e intellettuale in nome dei diritti umani e della solidarietà verso una umanità dileggiata, denigrata, respinta, rifiutata e contro le pratiche di esclusione, di razzismo, di xenofobia e di sovranismo che sembrano pervadere l’intera l’Europa.
IL SINDACO DI RIACE, DOMENICO LUCANO, fin da giovane si è impegnato nelle lotte contro l’ingiustizia e per un futuro dignitoso per la Calabria ed il Mezzogiorno. «Oggi -ha affermato- abbiamo fatto una scelta: quella di essere vicini alle istanze dei più deboli, e di condividere un’idea di emancipazione e riscatto sociale». Lucano è riuscito a realizzare quello che tanti amministratori dicono di voler fare ma non fanno, ossia un sistema di accoglienza che mira alla coabitazione e alla mutua fecondazione fra cittadini italiani e stranieri. Etiopi, Eritrei, Nigeriani, Siriani, Palestinesi, Curdi, Pakistani, Malesi, Congolesi, Ghanesi, Somali… lavorano nelle botteghe lasciate da chi si ne è andato e vivono nelle case abbandonate. Riace è diventata una comunità vivace, innovatrice. Un modello di accoglienza che supera l’angusto piano della questione morale, etica e di diritto, ma si fa pratica di socialità e di convivenza con ricadute positive per l’intera città. Un modello anche di politica che armonizza e «amorizza» i rapporti interni alla comunità e i rapporti fra la comunità e le istituzioni.
LA FILOSOFA DONATELLA DI CESARE, docente all’Università «La Sapienza» di Roma attraverso i suoi lavori e le sue prese di posizione che le hanno causato anche problemi e allarme per la sua sicurezza personale, dimostra di essere una intellettuale che fonde la speculazione intellettuale con la responsabilità civile e la militanza per la tutela e la salvaguardia dei diritti umani minacciati e vilipesi da un potere violento e nazionalista. Nel libro «Stranieri residenti» non solo analizza, scoperchia e distrugge luoghi comuni e falsificazioni ideologiche sul complesso tema dei migranti, ma assume come nuova prospettiva di analisi della realtà l’occhio della vittima cercando di fondare una vera e propria filosofia della migrazione: «Abitare e migrare non si contrappongono, come vorrebbe il senso comune, ancora preda dei vecchi fantasmi dello jus sanguinis e dello jus soli. In ogni migrante si deve invece riconoscere la figura dello straniero residente».
Ingresso libero.