I POPOLI DELL’AMERICA LATINA CI DICONO: «LA DIGNITÀ É IRRINUNCIABILE»

L’inizio del XXI secolo si puó dipingere sinteticamente come un periodo storico in cui la maggioranza dei Paesi del Pianeta sono sottomessi al capitalismo, che oggi si chiama neoliberismo, ossia all’Impero Nord Americano e ad un’Europa senza dignitá allineata per opportunismo a quell’Impero. Come esprime senza equivoci Frei Betto, noto teologo della liberazione brasiliano, «l’impressione é che l’Europa sia in fase di stallo, che si preoccupi solo di preservare il suo comfort. Che é stato dei valori cristiani in questa societá che esalta la competitivitá al di sopra della solidarietá? Perché gli Europei sembrano preferire la sicurezza alla libertá e sono tanto condiscendenti nei confronti dell’aggressiva politica del governo statunitense, che cerca la pace mediante l’imposizione attraverso le armi?».

Ci sono peró dei segni di speranza che ci arrivano dai popoli dell’America Latina, segni che ci possono aiutare a comprendere che la dignitá é irrinunciabile. Ne menziono alcuni particolarmente significativi. La nascita dell’ALBA, l’Alternativa Bolivariana dei Paesi dell’America Latina, dá vita ad una collaborazione vera senza sfruttamenti dei popoli ed è già in atto tra Cuba, Venezuela e Bolivia. Nel luglio del 2006 si è svolto a Cuzco (Perù), nelle Ande, un incontro dei popoli indigeni, dove si é posto l’accento sui principi comunitari e indigeni del controllo collettivo, dove si é espressa solidarietá con i governi progressisti di Cuba, Venezuela e Bolivia e dove si è data la prioritá all’impegno di unirsi per un cammino di liberazione che elimini sfruttamento ed oppressione.

Nello stesso periodo si è svolto un Vertice dei Popoli a Cordoba, in Argentina, dove si sono affrontati i temi attuali della giustizia, della salute e dell’educazione per tutti, dicendo un chiaro ‘no’ ai Trattati di Libero Commercio a vataggio dei Paesi ricchi, alla cessione della terra a mani straniere, alle monoculture e ai transgenici che mettono in pericolo la salute e l’indipendenza alimentare dei popoli e ai tentativi di privatizzazione dell’educazione, sottolineando invece l’importanza dell’unione dei popoli dell’America Latina, della sicurezza sociale, della democratizzazione della società, di una distribuzione corretta dell’acqua e della terra.

da sinistra: chávez, castro e moralesHa inoltre ripreso vitalità il Forum dei Paesi non allineati del Sud con il Convegno svoltosi all’Avana (Cuba) dal 11 al 16 settembre del 2006, dove si è dato pieno appoggio alla politica progressista espressa da Evo Morales, Presidente della Bolivia, con le parole «Per noi si tratta di comandare ubbidendo al popolo», dove si è richiesta una vera democratizzazione dell’ONU, in particolare con una riforma del Consiglio di Sicurezza eliminando l’ingiusto privilegio del veto e dove si è proposta una Banca del Sud per ‘finanziare’, come ha espresso il Presidente venezuelano Chavez «il nostro sviluppo e non quello che ci vogliono imporre il Fondo Monetario Internazionale e la Bannca Mondiale, a spese molto spesso della nostra sovranità e della speranza di milioni di esseri umani». É anche da sottolineare la dignità e maturità della stragrande maggioranza del popolo cubano che, in occasione della grave malattia di Fidel Castro iniziata a fine luglio del 2006, non si è lasciato per nulla intimorire dalle manifestazioni di giubilo del governo deli Stati Uniti, ma ha saputo portare avanti con serenità il cammino della rivoluzione continuando ad impegnarsi per i programmi di salute e di educazione non solo in Cuba, ma anche in molti Paesi come Venezuela, Bolivia ecc.

Di fronte a questi segni di speranza si vede che i Governi degli Stati Uniti ed Europei iniziano a trovarsi in difficoltà: non è piú impensabile un lento declinare del neoliberalismo e tutto questo è dovuto a una crescita della maturità e dignità di popoli ricchi non di armi, ma di ideali. Noi che siamo affetti dalla malattia, come sottolineato all’inizio, di non difendere la nostra dignità pur di assicurarci una vita comoda, penso dobbiamo accogliere con gioia gli insegnamenti che ci vengono dai popoli sopra menzionati. Quando si è pronti ad ammettere le proprie debolezze, si è giá fatto il passo iniziale piú difficile e ci si può mettere in cammino per costruire, con i popoli del Sud che stanno risvegliandosi, un Mondo nuovo basato sulla condivisione e la giustizia.

Enrico Turrini

Enrico Turrini, fisico di origine trentina, gia componente del comitato scientifico dell’Università internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace e presidente della Camera dei ricorsi di Fisica II dell’Ufficio europeo dei brevetti, Monaco di Baviera (Germania). E amico di GRILLOnews.