LA «CARTA DEI VALORI DELLA CITTADINANZA E DELL’INTEGRAZIONE»

Centralità della persona umana e della sua dignità, uguaglianza dei diritti fra uomo e donna, diritto alla libertà religiosa, sono i principi cardine contenuti nella «Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione», presentata lo scorso 23 aprile 2007 dal Ministero dell’Interno, che non avrà però valore vincolante, ma potrebbe accompagnare il processo d’integrazione e il percorso per la cittadinanza degli immigrati.

La Carta ribadisce i diritti di libertà e i diritti sociali degli immigrati, il diritto alla salute, la parità di diritti sul lavoro, il diritto all’istruzione, allo studio e l’obbligo di frequenza della scuola fino ai sedici anni, il diritto ad avere una fede religiosa, o a non averla; proibisce ogni mutilazione del corpo, la poligamia poiché contraria ai diritti della donna, i matrimoni forzati o tra bambini, gli abbigliamenti che coprano il volto; sottolinea la pari dignità fra uomo e donna, l’inviolabilità dei diritti e della libertà in nome di alcuna religione; ricorda che spetta anche ai mezzi d’informazione favorire la conoscenza dell’immigrazione contrastando pregiudizi e xenofobie.  Il documento in sette paragrafi, che proponiamo nel link, e la sua presentazione di seguito riportata sono tratti dal sito www.interno.it.

La Carta, che nasce da un percorso avviato dal Ministro Amato a metà del 2006, ha l’obiettivo di enunciare valori e principi validi per tutti coloro che desiderano risiedere stabilmente in Italia, di qualsiasi gruppo o comunità facciano parte, di natura culturale, etnica o religiosa. Il Ministro Amato ha già firmato due decreti nei quali si afferma che l’azione del Ministero dell’Interno trarrà ispirazione dai contenuti della carta «per diffondere una migliore conoscenza dei problemi dell’immigrazione e della libertà religiosa».

Le sette sezioni che compongono il documento fanno riferimento alla Costituzione italiana e alle Carte europee e internazionali sui diritti umani. Riguardano in particolare: i fattori identitari della comunità italiana; l’eguaglianza dei diritti e dei doveri e la dignità della persona; i diritti sociali, il lavoro e la salute; la scuola, l’istruzione e l’informazione; la famiglia e le nuove generazioni; la laicità e la libertà religiosa; l’impegno internazionale dell’Italia. La Carta, però, ha spiegato il Ministro, non può essere imposta ai cittadini: chi vuole aderire lo potrà fare. Non avrà valore “vincolante” o di atto normativo, ma «potrebbe accompagnare il processo d’integrazione e il percorso per la cittadinanza degli immigrati».

Nel documento c’è la massima apertura, ha sottolineato il Ministro, «che non è però un multiculturalismo acritico, ma viene ricondotto a principi ben saldi e, proprio perché aperti, ancor più vincolanti». É istituito il Consiglio scientifico incaricato di approfondire e proporre le più opportune iniziative per la conoscenza, la diffusione della Carta dei valori ed i successivi interventi e di studiare le soluzioni più adeguate per l’armonica convivenza delle comunità dell’immigrazione e religiose nella società italiana. Nell’espletamento del suo mandato il Consiglio scientifico procede anche mediante incontri consultivi con esponenti delle associazioni ed organizzazioni operanti nel mondo delle comunità immigrate, con esponenti delle diverse confessioni ed organizzazioni religiose, con i componenti della Consulta per l’Islam italiano, che, aderendo alla Carta dei valori, intendano partecipare, nella propria autonomia, alla diffusione e attuazione della Carta.


La Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione: come nasce, i suoi obiettivi.

La Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione nasce da un percorso avviato dal Ministro dell’Interno nella seconda metà del 2006, nel quadro delle iniziative volte all’integrazione e alla coesione sociale. L’obiettivo è quello di enucleare i valori e i principi validi per tutti coloro che desiderano risiedere stabilmente in Italia, di qualsiasi gruppo o comunità facciano parte, di natura culturale, etnica o religiosa.

Il 13 ottobre 2006 con decreto del Ministro dell’Interno è stato nominato il Comitato scientifico incaricato di elaborare la Carta dei valori, nella seguente composizione: Professoressa Roberta Aluffi Beck Peccoz (Università di Torino), Professor Carlo Cardia, con funzioni di coordinatore (Università Roma Tre), On.le Professor Khaled Fouad Allam (Università di Trieste), Professor Adnane Mokrani (Università Gregoriana di Roma), Professor Francesco Zannini (Pontificio Istituto di studi arabi ed islamistica di Roma). Hanno partecipato ai lavori del Comitato scientifico il Prefetto Franco Testa ed il Vice Prefetto Maria Patrizia Paba. Il Comitato scientifico ha svolto ampie consultazioni incontrando associazioni ed organizzazioni del mondo dell’immigrazione e religiose, sociali, sindacali e del volontariato, i componenti della Consulta per l’Islam italiano e della Consulta giovanile per le questioni relative al pluralismo culturale e religioso, esperti ed esponenti delle Istituzioni.

La Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione, ancorata strettamente alla Costituzione italiana e alle Carte europee e internazionali sui diritti umani, ha un carattere essenzialmente programmatico per l’azione del Ministero dell´Interno e intende rappresentare uno strumento utile per i soggetti dell’immigrazione, per le comunità religiose, per i cittadini italiani, soprattutto i giovani, per diffondere una migliore conoscenza dei problemi dell’immigrazione e della libertà religiosa. Il Ministro dell’Interno ha nominato un nuovo Consiglio scientifico, con il compito di studiare e proporre le più opportune iniziative per la conoscenza e la diffusione della Carta di valori, nonché i successivi interventi e le iniziative più adeguate per l’armonica convivenza delle comunità dell’immigrazione e religiose nella società italiana. Il Consiglio scientifico ha la medesima composizione del Comitato incaricato di elaborare la Carta dei valori.

Fonte: www.veronasociale.it