[di Maria de Falco Marotta • 08.05.03] A vederti in giro tutte quelle meravigliose over size di Fernando Botero, il magnifico pittore colombiano che ha uno sguardo seducente al pari di tanti di quelle terre di fuoco e che a 70 anni può dirsi “arrivato” e famoso nel mondo, visto che i suoi dipinti e le sue sculture sono nei migliori musei , ti senti quasi una libellula, anche se proprio la taglia non è 42...

LE OVER SIZE DI FERNANDO BOTERO: UNO SCUDO CONTRO LE NEVROSI

A vederti in giro tutte quelle meravigliose over size di Fernando Botero, il magnifico pittore colombiano che ha uno sguardo seducente al pari di tanti di quelle terre di fuoco e che a 70 anni può dirsi “arrivato” e famoso nel mondo, visto che i suoi dipinti e le sue sculture sono nei migliori musei , ti senti quasi una libellula, anche se proprio la taglia non è 42. Di lui, celebre  per le sue donne tanto grasse quanto belle (ma anche gli uomini, gli animali, i bambini, quanto a dimensioni non scherzano), puoi dire, appena ne vedi una: questa è un botero!
 
Ma com’è nata, si è distinta la sua pittura?

Ho cominciato con la pittura a 15 anni  e, a 19 anni, ho fatto la prima mostra a Bogotà. Già dai primi acquerelli  si sarebbe potuto intravedere il mio  interesse per il volume. Sono venuto in Italia, a Firenze, a studiare. L’arte italiana è volumetrica, spettacolarmente volumetrica, come si vede in Masaccio, Michelangelo, Giotto. Mi ha interessato e mi ha molto influenzato ed è stata per me una fortuna enorme.
 
Dopodiché?
Nell’arte  c’è sempre un’evoluzione. Nel senso che un giorno uno trova una forma personale di esprimere il volume. E questo mi è successo nel ’56, in Messico. Ho fatto un disegno con grandi forme e piccoli particolari, che ha dato una monumentalità speciale alla mia opera. Da quel momento ho cominciato a fare quadri tutti così, alla Botero, appunto i Boteri. Prima erano Paolo Uccello, Piero della Francesca, Giotto, Picasso, questo e altro. Ancora oggi guardo con molto interesse le loro grandi opere. Manifesto i  grandi volumi dappertutto.
Un Botero deve essere tale al cento per cento, altrimenti per me non nasce alcun interesse. quando dipingo un quadro, uno lo vede da cento metri e capisce che è un Botero.
 
I Boteri sono un punto di arrivo o ci saranno cambiamenti?
Migliorare sì, cambiare no. Perché tutti i grandi artisti non hanno cambiato stile. Siccome Picasso lo ha fatto, tutti pensano che bisogna fare come uno stilista che disegna collezioni estive ed invernali. Nell’arte c’è differenza solo tra le opere della gioventù e quelle della maturità. Qualcuno, come Goya, alla fine della vita ha dipinto le pitture nere, ma è un’eccezione.
Non credo che sarò io la seconda eccezione, anche se debbo ammettere che intimamente l’arte crea un suo mondo che permette di affrontare meglio certe tensioni: è una valvola di scarico dalla realtà. Il mondo culturale, il creativo ha un’esistenza parallela irreale e meravigliosa che aiuta a vivere meglio la gente.
 
Lei viene da un paese, la Colombia, segnato dalla violenza, ma tutto il mondo sta vivendo  momenti di tensioni. Lei come l’affronta?
L’angoscia  in Colombia la conosciamo da anni. Ci conviviamo. Adesso c’è molta preoccupazione dopo la guerra in Iraq, però ho scoperto che se ne parla tanto e la stampa esagera. Il mondo dell’arte sembra, comunque, disporre di un suo scudo contro tutto questo, anche se ha molto a vedere con l’economia.
 
C’è  qualche sogno che vorrebbe realizzare?
Ho fatto molte cose. Sono il pittore vivente che ha avuto più mostre nei musei. Dopo  Venezia, andrò  in Giappone Ci sono due cose nella vita di un artista: la creatività ed il lavoro, che sono l’attività centrale e una parallela che sono le mostre, il successo però non è tutto. Ma come si fa a non rispondere alle persone che ti chiedono, a volte, l’impossibile. Mi auguro di  morire come Picasso che ha lavorato fino alle 2 del mattino, è andato a lavarsi i denti ed è caduto morto nella stanza da bagno.
 
La sua è  un’arte immediatamente accattivante, ma  non semplice: Si può dire che  rappresenti la più efficace sintesi tra la produzione artistica precolombiana e la secolare tradizione dell’arte spagnola, da Velásquez a Picasso?
Nella mia lunghissima stagione artistica, sono rimasto fedele allo stesso  modello (ho realizzato oltre 1.000 olii ed altrettanti disegni, affrontando anche la scultura con la passione e l’emozione di poter realizzare in tre dimensioni ciò che già sulla tela ha acquistato valori tattili): pur conoscendo i principali esponenti delle avanguardie, li ha volontariamente ignorati seguitando  a proporre quello che è stato definito il “Boteromorfismo” ed una pittura che può essere facilmente riassunta come “monumentale”.
Ho ingrandito con l’idea che l’arte è bella. Ho cercato di produrre un’arte della bellezza, di scoprire il suo significato interiore che può essere espresso anche da una donna “cicciona”, seppure oggi si è ossessionati dalle small size.
 
DA VISITARE 
Botero a Venezia. Sculture e dipinti : Fino all’ 8 giugno 2003 – Spazi aperti in città : Fino al 13 luglio 2003 – Palazzo Ducale, Sala del Piovego. Orari: 9-19 (biglietteria 9-18.00). Informazioni per il pubblico: Call Center Musei Civici Veneziani, tel. 041-5209070, e-mail: [email protected]
 
CHI É
A quattro anni dalla prima esposizione in Italia, a Firenze, le grandi sculture in bronzo e venticinque dipinti recenti del grande artista colombiano, Fernando Botero, si possono ammirare nella città lagunare. Il progetto, coordinato e diretto dalla Fondazione Amadeus, raccoglie un’esauriente selezione di opere di questo artista contemporaneo, che vanta opere conservate in cinquanta musei del mondo, quotazioni altissime, ed una rassegna bibliografica immensa. Nato a Medellin nel 1932, Fernando Botero si è formato studiando la grande pittura europea (Italia, Spagna, Francia, Germania) ma non ha mai dimenticato i temi e i modelli espressivi della cultura sudamericana. La produzione artistica di Botero è fortemente influenzata dagli artisti della scuola muralista messicana( Diego Rivera, per esempio, il grande amore di Frida Khalo). Dopo il periodo di studi in diverse città italiane, rientra a Bogotà per trasferirsi poi a Città del Messico nel 1956.A tale periodo risale la fase dell’espansione e della dilatazione dei volumi e delle dimensioni delle forme che lo portano  a ritrarre e scolpire le grandi figure che gli fanno acquistare fama e celebrità nel mondo.
Nei venticinque grandi dipinti esposti nella Sala del Piovego in Palazzo Ducale sono rappresentati uomini e donne durante un pic-nic o in spiaggia, nel pieno di una corrida o al dancing. Oltre ai dipinti, che si possano ammirare con un biglietto che permette l’accesso a quattro musei e ad un’altra mostra ‘Canova/Rainer’ al Museo Correr, fanno parte del progetto espositivo anche venti grandi sculture in bronzo. Datate tra il 1987 ed oggi le sculture variano tra uomini, donne, animali. Le sculture saranno rimosse entro l’8 giugno, perché il 15 giugno vi sarà l’apertura della Biennale d’arte  e si sa…