LETTERE. AIDS, PROBLEMA DI TUTTI

Mercoledi 1 dicembre è stata la giornata mondiale della lotta contro l’HIV. Una giornata istituita anni fa per ricordare che l’AIDS è una malattia che colpisce tutti e tutte, un modo per superare il vecchio concetto di categorie a rischio e ribadire che esistono solamente comportamenti a rischio e che solo loro sono la causa della diffusione dell’AIDS. Oggi chi si ricorda, chi fa prevenzione, chi al di la del primo dicembre se ne occupa? Pochi molto pochi, perché?

Oggi esistono farmaci che hanno allungato la vita delle persone in AIDS e sieropositive, farmaci che nei paesi occidentali sono ormai a disposizione di tutti ma che in Africa o in altri paesi del terzo mondo sono ancora dei miraggi. Molte donne e molti bambini muoiono nell’indifferenza dei paesi ricchi o che detengono i brevetti dei medicinali. Noi siamo garantiti, o quasi, ma non possiamo pensare che sconfiggere il virus dell’HIV in occidente equivale a debellare la malattia e relegarla in paesi lontani da noi, in paesi dove le persone  convivono con altre tragedie, altre guerre e malattie.

Da noi ci preoccupiamo di distribuire preservativi, volantini nelle piazze o nei locali, ma fichè ci limiteremo a fare ciò non avremo mai sconfitto una malattia che riguarda anche chi oggi ha una bella casa e una macchina lussuosa.

Oggi la soglia di rischio si è abbassata, tanto ci sono le medicine, tanto non se ne parla più e se non se ne parla si potrà anche tra un po’ pensare che l’AIDS non è mai esistita e che in fondo non ci riguarda.

Credo sia utile far prevenzione tutti i giorni dell’anno, ricordare ai nostri figli e amici che non è più la malattia degli omosessuali e dei tossici ma che riguarda tutti e tutte, che non basta essere eterosessuale, ricco, colto, con una casa e un lavoro per sentirsi immuni dall’AIDS.

Gianni Zardini
Verona