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GIÙ LE MANI DALL’ACQUA
Diario e ragioni di un impegno
anno 2010 – pagg. 64 – euro 4,50
ISBN: 978-88-307-1936-1
Editore EMI
Questo è l’anno dell’acqua, l’anno in cui noi italiani dobbiamo decidere se l’acqua sarà merce o diritto fondamentale umano». L’autore di «Giù le mani dall’acqua. Diario e ragioni di un impegno», padre Alex Zanotelli, è stato tra i primi nel nostro paese, almeno 6 anni fa, a suonare il campanello d’allarme e a darci una svegliata quando le nubi grigie della tempesta (privatizzazione) erano ancora lontane. «Sono impegnato sull’acqua come prete, come missionario, come cittadino» sottolinea. Impegnato a resistere. Perché uno dei beni fondamentali per l’umanità è finito, negli ultimi tempi, negli ordini del giorno di potentati consigli di amministrazione economico-finanziari, determinati a scatenare una pressione a livello nazionale e internazionale per privatizzare l’insostituibile bene. Per questo, ora più che mai «l’impegno per l’acqua pubblica è un impegno per la democrazia, per la civiltà. La lotta per l’acqua deve essere una lotta di tutti. Per tutti» ribadisce Zanotelli.
Purtroppo il nostro governo, con la Legge Ronchi, ha scelto di incamminarsi lungo la strada della mercificazione. «Ma questo sarà per loro un boomerang». Grazie al Forum italiano dei movimenti per l’acqua, è stato lanciato nei mesi scorsi un referendum abrogativo della Legge Ronchi. «Ma non sarà un referendum solo abrogativo -spiega padre Alex- bensì una vera e propria consultazione popolare su un tema molto chiaro: o la privatizzazione dell’acqua o il suo affidamento ad un soggetto di diritto pubblico».
Questo libretto è utilissimo. E contiene anche il testo della proposta di «Legge d’iniziativa popolare sull’acqua». Da leggere e divulgare! (am.t.)
Leggi la presentazione del libro
L’AUTORE
Alex Zanotelli è missionario comboniano. Ha svolto attività missionarie prima in Sudan e poi in Kenya, nella più grande baraccopoli di Nairobi. Tra l’una e l’altra esperienza, ebbe un periodo intenso in Italia, alla direzione della rivista «Nigrizia», dove si è reso noto per alcune prese di posizione sul commercio delle armi e la cooperazione internazionale, con denunce che gli sono costate il posto. Soprattutto per l’intervento di figure di primo piano del mondo politico ed ecclesiastico. Oggi vive e lavora a Napoli.