Dopo «Ho visto la speranza danzare» (1994), «Fotocopia a colori» (1999) e «Orme nel cuore del mondo» (2004), Elisa Kidané, eritrea, missionaria comboniana e giornalista, libera con un nuovo testo le sue «Parole Clandestine». Altre poesie che parlano d’Africa e di migranti, di donne e di lune che rischiarano le notti accompagnando sogni di speranza. La penna di Elisa canta ancora parole nomadi, clandestine, che siamo certi troveranno un caldo approdo nel vostro cuore.
Parole Clandestine è una raccolta di poesie il cui titolo, infatti, raccoglie lo spirito del tempo presente. E ancora una volta Elisa ci sorprende con le sue parole, questa volta clandestine, e come lei dice, parole che non hanno bisogno di tanta presentazione perché devono arrivare nelle mani ed entrare nel cuore di chi legge, quasi di soppiatto, poiché la poesia non ha bisogno di chiedere o attendere permessi di soggiorno e la sua clandestinità non è considerata reato.
Le sue parole sembrano chiederci di sperimentare di persona cosa può significare essere immigrato, clandestina, naufrago, messo da parte, segregato, diviso da un muro, diverso e vivere nell’attesa di quell’olio profumato che sana.
Il ricavato dalla divulgazione del libro andrà a favore di una borsa di studio in medicina per una ragazza africana.
Elisa Kidané
Parole Clandestine
(Suore Missionarie Comboniane, Anno 2008)
40 pagine – 5,00 euro
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