[ADISTA • 08.01.05] (Caserta). Ufficiali delle Forze armate nelle scuole superiori per reclutare adolescenti da inserire nel nuovo esercito professionale. Il modello statunitense di 'attirare' giovani da arruolare nei quartieri poveri e nei ghetti delle grandi città o nei centri rurali dell'interno si fa strada anche in Italia...

LIBRO E MOSCHETTO, SCOLARO PERFETTO

Ufficiali delle Forze armate nelle scuole superiori per reclutare adolescenti da inserire nel nuovo esercito professionale. Il modello statunitense di ‘attirare’ giovani da arruolare nei quartieri poveri e nei ghetti delle grandi città o nei centri rurali dell’interno – ben documentato da Michael Moore nel suo recente film Fahrenheit 9/11 – si fa strada anche in Italia: è stato sottoscritto lo scorso 13 dicembre, infatti, un Protocollo d’intesa fra la Provincia di Caserta e il Distretto militare della città campana per realizzare sul territorio, in primo luogo nelle scuole superiori, una serie di iniziative “finalizzate alla promozione e alla divulgazione delle opportunità occupazionali previste dalla Legge n. 226 del 23 agosto 2004”. Cioè il provvedimento che anticipa al primo gennaio 2005 la sospensione della leva obbligatoria e, contestualmente, istituisce i “volontari in ferma prefissata” (Vfp) per un anno o per quattro anni nell’Esercito, nella Marina e nell’Aeronautica.

“Entrare nelle scuole per presentare le opportunità offerte dalle Forze armate non è una novità – spiega ad Adista il capitano Salvatore Silverio, che si occupa dell’iniziativa per conto del Distretto militare di Caserta -. Ma mentre prima si trattava prevalentemente di una nostra iniziativa a cui qualche preside decideva di aderire, ora il Protocollo d’intesa con la Provincia ci consentirà di essere presenti capillarmente negli Istituti superiori“.

Se le scuole sono in cima alla lista dei destinatari degli interventi (verranno coinvolti in particolare gli studenti dell’ultimo trienno), l’iniziativa è rivolta anche “agli operatori degli Informagiovani, al personale dei Centri per l’impiego, ai funzionari comunali e ai responsabili di enti impegnati nelle politiche sociali, occupazionali e giovanili”. Si tratterà di “incontri seminariali”, gestiti dal personale delle Forze armate, che utilizzeranno anche sussidi di vario genere: simulazioni al pc, filmati video, lavagne luminose e materiale informativo realizzato per l’occasione.

L’obiettivo della Provincia – che contribuirà anche al finanziamento dell’iniziativa -, come si legge nel Protocollo d’intesa, è di concorrere “a realizzare lo sviluppo civile, economico e sociale della comunità provinciale operando per assicurare la piena occupazione e garantire la parità della donna”.

“Si tratterà di un aiuto per i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro, tenendo presente che l’impiego nelle Forze Armate è uno sbocco occupazionale importante soprattutto in una zona come la nostra dove le opportunità di lavoro sono ridotte”, spiega ad Adista Rosita Caiazzo, che segue l’iniziativa per la Provincia. E infatti il tasso di disoccupazione di Caserta e provincia rilevato dalla Cgil nel gennaio 2004 era del 23 per cento, rispetto ad una media nazionale del 9,3.

Questo potrebbe spiegare la massiccia adesione al primo blocco dei Vpf: “La Campania è la seconda regione italiana per numero di reclutati e, da sola, ha raggiunto un numero totale di adesioni pari a quello registrato nell’intera Italia settentrionale”, ha spiegato durante la presentazione del Protocollo d’intesa, lo scorso 13 dicembre nella Sala consiliare della Provincia, il brigadiere generale Marco Rossi, comandante del Reclutamento e delle Forze di completamento della Regione Campania.

Un primato rivendicato anche da Riccardo Ventre, presidente della Provincia di Caserta e neoeletto al Parlamento europeo con Forza Italia: “la provincia di Caserta è una provincia pacifica, caratterizzata da battaglie per il mantenimento del più alto numero di presìdi militari (fra cui la Brigata Garibaldi, in questi mesi impegnata a Nassiriya, e la scuola sottoufficiali dell’aeronautica, ai piani alti della Reggia di Caserta, ndr). Questa è la nostra tradizione; speriamo di accogliere sempre le Forze armate nella nostra terra”.