[GRILLOnews • 27.10.02] "E' un paese governato da banditi". Nella sala dove si tiene il convegno della Fondazione Prada sul tema "La sfida", le parole del filosofo Gianni Vattimo cadono pesanti come pietre. Anzi, sono veri e propri macigni indirizzati direttamente al governo e alla maggioranza, all'indomani dell'approvazione da parte della Camera del disegno di legge sul legittimo sospetto. "Ero arrivato qui per leggere la mia relazione sul tema del convegno - ha detto Vattimo - ma non lo faccio perché oggi sono in lutto contro l'approvazione della legge Cirami". Poi un attimo di sospensione, mentre la sala attende l'affondo, che puntualmente arriva: "Questo è un paese governato da banditi, un paese criminogeno, che fa delle leggi a favore di criminali"...

L’IRA DEL FILOSOFO VATTINO: SIAMO GOVERNATI DA BANDITI

MILANO – “E’ un paese governato da banditi”. Nella sala dove si tiene il convegno della Fondazione Prada sul tema “La sfida”, le parole del filosofo Gianni Vattimo cadono pesanti come pietre. Anzi, sono veri e propri macigni indirizzati direttamente al governo e alla maggioranza, all’indomani dell’approvazione da parte della Camera del disegno di legge sul legittimo sospetto. “Ero arrivato qui per leggere la mia relazione sul tema del convegno – ha detto Vattimo – ma non lo faccio perché oggi sono in lutto contro l’approvazione della legge Cirami”. Poi un attimo di sospensione, mentre la sala attende l’affondo, che puntualmente arriva: “Questo è un paese governato da banditi, un paese criminogeno, che fa delle leggi a favore di criminali”.
Richiamandosi al tema del convegno, il filosofo spiega che la sua sfida, oggi, è dire apertamente quello che pensa, perché “non me la sento più di tacere, di fare come se fossimo in un paese normale”. Vattimo ha dunque usato le stesse parole usate ieri da molti deputati dell’Ulivo nell’intervento “fotocopia”, quello ripetuto come un tormentone prima dell’approvazione delle cosiddette norme salva-Previti: “Può un Parlamento libero approvare una legge così vergognosa solo per proteggere Cesare Previti? Può un Parlamento libero scrivere la pagina più oscura della storia repubblicana come se niente fosse? E’ una vergogna”.
Quando poi arrivano sollecitazioni dal pubblico sulle “censure” ai programmi della Rai Blob e Il fatto, Vattimo aggiunge che “anche Blob era una bella sfida, e anche Biagi a modo suo lo era. Ma guardate cosa è successo”. E infine ripete: “Non me la sento più di tacere. Bisogna smettere di pensare che viviamo in un paese normale. 

 
PARONETTO: Banditi e criminali e stato di diritto
 
Sembra che il filosofo Gianni Vattimo, in un convegno intitolato “Sfide”, abbia esclamato: “questo
è un paese governato da banditi che fa leggi a favore dei criminali”.  Io userei altre espressioni ma la frase non è poi così esagerata.  Se un ministro della Repubblica chiama apertamente “ladri” alcuni alleati di governo (nessuno lo incriminerà),  è senz’altro possibile chiamare “banditi” uomini di governo attenti essenzialmente a curare i propri affari e, quindi,  proprio per questo estranei o “banditi” dallo stato di diritto. A mio parere, la frase di Vattimo non si applica solo alle numerose leggi (rogatorie, falso in bilancio, rientro capitali, conflitto di interessi, legittimo sospetto e altro) contestate dai cosiddetti “girotondini” che preferisco chiamare “cittadini attivi” o  movimento di  “opposizione civile”. Riguarda anche altro. Mi sembra giusto ricordarlo mentre il Centro Studi di Pax Christi ha appena concluso il suo convegno sullo “stato di diritto” (continuazione del precedente sui  “diritti minacciati”). Oggi (13.10.02) leggo su “la Repubblica” due notizie.  La prima. E’ stata archiviata la querela accesa da Berlusconi e Dell’Utri contro il pentito Salvatore Cancemi  che li aveva coinvolti nelle sue accuse  sui mandanti occulti di alcune stragi. “Le dichiarazioni del pentito non possono tacciarsi di falsità. Le indagini non hanno potuto dimostrare che abbia mentito”, scrive il gip di Caltanissetta.
La seconda. Carlo Calvi, il figlio del banchiere assassinato nel 1982 a Londra, vorrebbe trovare nella cassetta trovata i giorni scorsi il tassello che unisce la vecchia alla nuova P2  “che sopravvive ancor oggi con i protagonisti degli anni in cui fu ucciso mio padre”.  Per Carlo Calvi, il camorrista pentito Di Carlo (che compare nell’inchiesta per la morte del padre ed è testimone nel processo contro Dell’Utri per associazione mafiosa) ha raccontato storie, confermate da funzionari dell’Interpol, di “finanziamenti a partiti politici attraverso la BNL e le sedi estere del Banco Ambrosiano” e ha offerto “indicazioni sui soldi con cui venne costituita inizialmente la Fininvest”.”La BNL in quegli anni si serviva dell’Ambrosiano Bahamas per finanziare una serie di attività fra cui alcune legate agli affari di Berlusconi”. Io spero sempre di non avere un capo di governo coinvolto in tali questioni. Ma esse sono lì aperte da anni. E lui, oltre a diffondere notizie contrarie all’evidenza (Tangentopoli, in sostanza, è stata un complotto delle “toghe rosse”),  fa di tutto per non farsi processare.  Sviluppa da tempo la  sua “guerra infinita” contro i magistrati e i cittadini che vogliono difendere lo “stato di diritto”. A suo tempo aveva mentito sulla data di appartenenza alla loggia P2 (sulla sua falsa testimonianza è stata applicata l’amnistia nel 1990). Il legame tra pace e democrazia in Italia oggi passa per questo oscuro cammino. Difendere i diritti umani, civili, politici e sociali all’interno di un impegno più ampio locale e mondiale, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, è operare per la pace che illumina. (Sergio Paronetto, Verona)