«NUOVA GARDESANA», ANTIECONOMICA, DANNOSA E IMPOPOLARE

A metterci in allerta è stata una eMail di Legambiente Verona del 25 luglio 2007, dove si spiegava che «La Regione Veneto ha riesumato la famigerata Gardesana bis, progetto in un certo senso ventilato per la prima volta nel maggio del 1967 dall’architetto Marco Lucat nel corso di un convegno organizzato da Aci e Camera di commercio di Verona. Da allora, praticamente ogni estate, torna ciclicamente l’idea di una strada alternativa alla Gardesana per decongestionare il traffico e permettere di collegare agevolmente Verona con la riviera del Garda veronese».

Un’ipotesi che ha sempre raccolto giudizi negativi scatenando le proteste delle amministrazioni comunali e soprattutto dalle associazioni ambientaliste e dei cittadini. L’ipotesi di creare una strada a metà collina per poi scendere in riva al lago «avrebbe conseguenze devastanti sotto l’aspetto geomorfologico e floro-faunistico», sosteneva il compianto geografo Eugenio Turri, che aggiungeva: «una strada non riduce il traffico, lo aumenta. Certi interventi possono solo peggiorare ferite gravi fatte in passato al territorio».

Sulla stessa lunghezza l’Ugav (l’Unione gardesana albergatori veronesi) che con l’allora Presidente Giuseppe Lorenzini, dichiarò «non dimentichiamo che il turismo è ucciso dal super turismo e se lo sviluppo va bene il supersviluppo significa caos». L’opposto di quanto chiedono i turisti che approdano sul Garda. «Ma dalla sede veneziana di Palazzo Balbi la giunta regionale, su iniziativa dell’assessore “alle autostrade” Renato Chisso, ha deciso di aprire una gara sulla proposta di finanza di progetto relativo alla progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di collegamento viario a pedaggio tra l’autostrada «A22 Autobrennero» e la Strada Regionale n. 249 «Gardesana Orientale», presentata da Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., Garda partecipazioni S.p.A. e Strata S.p.A.», continua Legambiente.

«Per l’assessore prende insomma il via la procedura per la realizzazione di un intervento previsto dalla programmazione regionale per potenziare e ammodernare uno dei principali itinerari della provincia di Verona, migliorando l’accessibilità all’area del Garda. La proposta di finanza di progetto prevede la messa in sicurezza e l’adeguamento della Strada Regionale n. 450 da Castelnuovo del Garda ad Affi e la realizzazione di un nuovo collegamento a due corsie da Affi fino alla S.R. 249 in località Pai, frazione di Torri del Benaco. La lunghezza complessiva è di circa 28 km, dei quali 13 km relativi al tratto Castelnuovo – Affi da riqualificare e 15 Km relativi al nuovo tratto Affi – Pai. L’opera è localizzata interamente in Provincia di Verona, nei Comuni di Castelnuovo del Garda, Lazise, Cavaion Veronese, Bardolino, Affi, Costermano, Caprino Veronese, Torri del Benaco e S. Zeno di Montagna. I costi di realizzazione ammontano complessivamente a circa 250 milioni di euro. Se si realizzasse questo progetto verrebbe rotto irreparabilmente l’equilibrio di tutto l’entroterra del Lago di Garda e del Monte Baldo».

Un’opera che a fronte di pochi benefici, quali forse la parziale soluzione al problema del traffico nel tratto «Garda – Malcesine» (problema che in un anno si concentra in poco più di 20 giorni festivi del periodo estivo), avrebbe dei costi altissimi in termini economici, «date le oggettive difficoltà costruttive per l’elevata pendenza, la presenza di rocce affioranti e l’attraversamento di numerose valli. In termini ambientali verrebbe inferta una irreversibile ferita nel fianco del Monte Baldo gardesano, dalle conseguenze devastanti sotto l’aspetto geomorfologico e floro-faunistico» spiega l’associazione ambientalista. Che conclude sottolineando inoltre «come l’esperienza insegna (vedere il tratto di strada Villanova – Fasor), la presenza di un collegamento viario è indissolubilmente legata allo sviluppo di un nuovo sistema insediativo che, di fatto, sposterebbe il limite edificatorio imposto dall’attuale rete viaria all’altezza del nuovo tracciato, con conseguenze facilmente immaginabili».

LA PROTESTA SI ALLARGA

«I sottoscritti dichiarano il proprio totale dissenso alla realizzazione di nuove strade di collegamento di qualsiasi tipo tra l’autostrada A22 del Brennero e la S.R. 249 Gardesana Orientale, perché inutili, dannose e palesemente antieconomiche. Chiedono altresì di stralciare definitivamente le suddette strade dalla programmazione regionale e provinciale». Sembra avere le idee chiare il Comitato «No Affi Pai» animato da cittadini che si stanno organizzando per scongiurare in tutte le maniere quanto deciso «con la delibera 2080 del 10 luglio 2007 dalla Giunta Regionale del Veneto» che ha ufficialmente confermato «l’intenzione di intervenire sulla viabilità dell’entroterra gardesano, delegando l’intervento a privati finanziatori, tramite la messa in sicurezza della superstrada Castelnuovo- Affi, che dovrebbe essere resa a pagamento, e con la realizzazione del tratto tra Affi e Pai, anche quest’ultimo a pedaggio» spiegano quelli del Comitato in un comunicato.

E aggiungono: «Non sappiamo quali reconditi motivi spingono a sostenere un’opera così palesemente antieconomica, dannosa e impopolare. Per questo ci poniamo e poniamo ai politici regionali alcune domande: Come si è pensato di rispettare i vincoli ambientali e idrogeologici presenti? Perché realizzare tale collegamento proprio fino a Pai? Perché portare ancora più traffico sul Lago di Garda? Perché eventualmente traforare una conformazione geologica già di per sé instabile con i rischi connessi? Perché alterare o peggio distruggere un patrimonio incalcolabile di bellezze naturali, scorci, sentieri, meravigliose ed intatte contrade medioevali? Perché compromettere la realizzazione del Parco del Baldo? Perché creare le premesse per inevitabili successive speculazioni edilizie, come la storia insegna? Perchè non rendere pubblici gli studi, sicuramente effettuati, sui flussi di traffico e di conseguenza sulla necessità di un collegamento viario tra la A22 e la Gardesana Orientale? Ci viene riferito da più fonti dell’azione di tecnici e amministratori che sembrerebbero conoscere in anticipo il tracciato definitivo, mentre si sta ancora aspettando la presentazione di ipotesi alternative. Perché? Perché scontentare le amministrazioni locali che si sono sentite defraudate del loro compito di progettazione del territorio che amministrano? Perché tanta fretta nell’approvare un progetto così complesso, ricco di allegati  e vincoli? Come dimostrano la protesta popolare e una miriade di documenti contrari tale progetto è anche politicamente delicato. Perché allora sono bastati soli 11 giorni tra l’arrivo della proposta e l’approvazione della Giunta Regionale, quando la legge consente ben quattro mesi di tempo per pronunciarsi in merito?».

A queste molte domande probabilmente se ne aggiungeranno delle altre nel corso delle assemblee pubbliche che il Comitato sta organizzando per sensibilizzare la popolazione e per instaurare un dialogo con le istituzioni ed esperti in materia.

Il primo incontro si terrà lunedì 15 ottobre alle 20,30 presso la Sala civica di Costermano (Vr). Seguiranno altri due incontri: martedì 16 ottobre alle 20,30 presso la Sala civica di Brenzone (in Municipio) e venerdì 19 ottobre sempre alle 20,30 presso l’ex stazione di Affi. Interverranno: sindaci, esponenti del mondo politico, rappresentanti di enti ed associazioni, esperti.

Al termine di ogni assemblea sarà possibile firmare la petizione popolare già sottoscritta da numerosi sindaci dei comuni interessati.


Informazioni:

Comitato «NO Affi Pai»

Via Campagnola 20/A

37010 – Costermano


www.comitatonoaffipai.it