[di Benedetta Verrini • 02.09.2004] Le ambizioni sono tante, per la neonata Agenzia europea per la difesa. Rappresenta il primo passo di un'Unione europea che, oltre che gigante economico, comincia a concepirsi come entità politico-militare, seppur sotto la “tutela” della Nato e degli Stati Uniti. L'Agenzia Ue per la difesa ha formalmente debuttato nel mese di luglio, dopo la pubblicazione dell'Azione comune (2004/551/Pesc) che ne disegna la fisionomia, i compiti, il budget...

UE, IL MERCATO DELLE ARMI APRE LA SUA AGENZIA

Le ambizioni sono tante, per la neonata Agenzia europea per la difesa. Rappresenta il primo passo di un’Unione europea che, oltre che gigante economico, comincia a concepirsi come entità politico-militare, seppur sotto la “tutela” della Nato e degli Stati Uniti. L’Agenzia Ue per la difesa ha formalmente debuttato nel mese di luglio, dopo la pubblicazione dell’Azione comune (2004/551/Pesc) che ne disegna la fisionomia, i compiti, il budget.

Essa avrà sede a Bruxelles e sarà retta dal segretario generale Pesc (Javier Solana), oltre che soggetta all’autorità del Consiglio dei ministri Ue. è aperta alla partecipazione di tutti gli Stati membri (esclusa la Danimarca, che non partecipa a decisioni e azioni dell’Unione europea che abbiano implicazioni di difesa) e dovrà contribuire «all’attuazione della politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea (Pesc), in particolare della politica europea in materia di sicurezza e difesa (Pesd)».

Il suo mantenimento è a carico del bilancio generale dell’Ue e degli stessi Stati membri partecipanti, in base al criterio del Reddito nazionale lordo. Di certo, questo nuovo organismo, dotato di personalità giuridica e in grado di concludere contratti con entità e organizzazioni pubbliche o private, rischia di logorare ulteriormente i margini di controllo e di protezione imposti dalla legge italiana sul controllo degli armamenti, la 185 del 1990.

Tra le funzioni e i compiti assegnati all’Agenzia per la difesa ci sono, infatti, la promozione e il rafforzamento della cooperazione europea nel settore degli armamenti. è la “consacrazione” di quella dimensione sovranazionale in cui l’industria italiana degli armamenti si trova proiettata ormai da qualche anno e che nel 2003 ha condotto a un significativo svuotamento della legge 185/1990 nell’ambito dei controlli sulle esportazioni d’armi.

Dal momento che sempre maggiori quantitativi di materiali d’armamento sono prodotti in joint ventures con società straniere e assemblati in diversi Paesi europei, le rigorose regole della normativa italiana circa gli acquirenti e la destinazione finale delle armi finiranno per essere sempre più spesso scavalcate. Non è un caso, dunque, che le Linee guida della neonata Agenzia Ue per la difesa specifichino che essa potrà, su richiesta degli Stati membri, assumersi la «responsabilità della gestione di programmi specifici tramite l’Occar», l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti, costituita nel 1998 dai governi italiano, francese, tedesco e britannico con l’obiettivo di pervenire a una comune politica in tema di approvvigionamento degli armamenti. Ma c’è di più: oltre ad avere mano libera nella gestione della produzione d’armamenti, l’Agenzia ha tra i suoi obiettivi anche l’“armonizzazione”, nella Ue, delle norme e dei regolamenti in materia d’armi. In particolare, si precisa, mediante l’applicazione di norme pertinenti alla Loi – Letter of Intents e all’accordo quadro di Farnborough. Quest’ultimo, lo ricordiamo, è il trattato che ha condotto l’Italia a modificare drasticamente la legge 185. Se sarà utilizzato come “standard” normativo in tutta l’Ue, la soglia di controllo sulle esportazioni di armi risulterà irrimediabilmente abbassata.

Il punto

Con l’Azione comune 2004/551/Pesc del Consiglio Ue, il 12 luglio ha preso il via l’Agenzia europea per la difesa. Avrà sede a Bruxelles e sarà retta dal responsabile Ue della politica estera, Javier Solana. E promuoverà la cooperazione europea nel settore delle armi.


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