UN ANNO DI MICROCREDITO NEL VICENTINO

L’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Muhammad Yunus, il ‘banchiere dei poveri’ e alla bengalese Graamen Bank ha riportato alle luci delle ribalta il microcredito, che da alcuni anni è approdato anche in Occidente. L’esperienza vicentina di microcredito, voluta dalla Caritas diocesana, compie in questi giorni un anno: la convenzione con le Banche di Credito Cooperativo della provincia di Vicenza è stata firmata, infatti, il 18 novembre 2005. Un’iniziativa che ha avuto ‘troppo’ successo, come afferma il direttore della Caritas Vicentina, don Giovanni Sandonà.

I NUMERI

Sono stati infatti concessi in dieci mesi microprestiti a 87 persone (il 30 per cento di quelle che si sono rivolte ai sette sportelli aperti in diocesi), per un totale di 146.065 euro: il 71 per cento del Fondo rotativo di garanzia disponibile, dove peraltro le rate hanno già iniziato a rientrare con regolarità, segno dell’efficacia dello strumento, che in tutto il mondo si è evidenziato per la bassissima percentuale di insoluti. Un ‘successo’ così grande ed inaspettato da costringere la Caritas a lanciare un appello per rimpinguare il Fondo, che altrimenti rischia di esaurirsi nel giro di qualche mese.

IL PROGETTO

L’idea del microcredito etico-sociale è nata nel 2004 nel vicentino dalla constatazione di un crescente disagio sociale presso fasce di persone e di famiglie chiamate a sostenere spese superiori alle capacità economiche immediate. Per vari motivi esse infatti spesso faticano ad accedere al credito bancario ordinario, pur potendo sostenere spese rateali. L’iniziativa mira ad aiutarle ponendosi finalità pedagogiche e di promozione umana e va ad affiancarsi ad altre iniziative che agiscono sul medesimo bisogno, come l’iniziativa «Schio C’è».

IL FONDO DI GARANZIA

I prestiti, dell’importo massimo di tremila euro, vengono concessi in virtù del Fondo Rotativo di Garanzia, che si alimenta con donazioni e il cui valore attuale è di 206.492 euro, messi a disposizione dalla Caritas e dalla Diocesi (80 mila euro), dalle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali della provincia (100 mila), da nove comuni (17,6 mila euro; sono i comuni di Santorso, Longare, Quinto Vicentino, Camisano, Bassano, Torrebelvicino, Isola Vicentina, Caldogno e Altavilla) e da privati (8.892 euro).

GLI SPORTELLI

Presso i sette sportelli presenti in diocesi (ad Asiago, Bassano, Malo, Montecchio Maggiore, Noventa, Valdagno e Vicenza), grazie a 50 volontari preparati allo scopo avviene l’ascolto, l’istruttoria delle richieste, la fissazione di tempi e modalità di restituzione adeguati alla capacità economica della persona. Gli interessi sono fissati al 3 per cento. In caso di accettazione della domanda, la pratica viene poi inoltrata alla banca competente scelta dal richiedente. Le undici Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali ed Artigiane (Bcc) della provincia di Vicenza forniscono sia il servizio di sportello per i beneficiari dei finanziamenti, sia una parziale copertura finanziaria per la concessione dei prestiti.  Il progetto prevede la presenza di un tutor che accompagna, con il consenso dell’interessato, il percorso di quei beneficiari che per loro natura hanno difficoltà a gestire un budget economico.

L’IDENTIKIT DEL DISAGIO

Ma chi sono le persone che chiedono di accedere al microcredito della Caritas vicentina? Da un’indagine condotta su un campione dalla ricercatrice Maria Cristina Ghiotto, emerge che la domanda di prestiti viene espressa prevalentemente da persone fra i 30 e i 49 anni (71 per cento). Si tratta sia di italiani che di stranieri. Le situazioni di disagio al femminile riguardano una volta su tre donne che vivono un vissuto di solitudine, quasi sempre in presenza di figli, mentre le richieste dei maschi riguardano coppie con figli. La metà del campione vive una condizione di debolezza rispetto al mercato del lavoro (un terzo è inattivo e il 12,4 per cento precario, ma la metà delle richieste riguarda, e questo fa riflettere, persone che hanno un’occupazione stabile). Le cause della temporanea difficoltà economica sono legate in quasi un caso su due alla difficoltà a fare fronte all’affitto o al pagamento delle bollette; la restante metà è legata in particolare all’abitazione in senso stesso (12,5 per  cento) e a debiti precedenti (13,3 per cento). La maggior parte delle domande analizzate (quasi due su tre) riguarda persone che non si sono rivolte in precedenza a nessuno, mentre tre su dieci si erano rivolte ai servizi pubblici. Più di un terzo delle persone sono state inviate proprio dai servizi pubblici, «e questo fa emergere un limite funzionale degli stessi e più in generale del sistema di protezione sociale» sottolinea Maria Cristina Ghiotto.

Aggiunge Paolo Frison, coordinatore dei sette sportelli: «Abbiamo rilevato che le forme di povertà sono ben più variegate di quanto ci si attendesse. C’è sì una crescente diffusione di difficoltà economiche temporanee superabili con piccoli finanziamenti, si conferma anche la presenza di forme di povertà cronica difficilmente risolvibile, ma si constata pure che spesso le persone soffrono per disagi difficilmente inquadrabili in categorie precostituite. In altri termini, ogni giorno constatiamo che anche il superamento dei problemi economici deve passare attraverso la valorizzazione della persona, intesa come centro di una serie di relazioni di fiducia con altre persone».

IL LIVELLO DI INSOLVENZA

«Il primo anno di attività dell’iniziativa – afferma il presidente  della Bcc del Centroveneto, Lorenzo Muraro – ha messo in evidenza che il bisogno c’era, che è stato ben individuato dalla Caritas e che la risposta è stata data con preparazione e rigore. I dati consuntivi pongono ben in risalto che l’insolvenza, che si prevedeva piuttosto alta visto il profilo dei beneficiari, è ben al di sotto delle previsioni. Questo ci rassicura e ci fa ben sperare per il futuro, e mette in evidenza la buona collaborazione fra gli sportelli della Caritas e le filiali delle nostre banche».

L’APPELLO

Perché il progetto Microcredito possa proseguire il suo richiesto servizio, è però urgente che il Fondo Rotativo (dove cioè rientrano le rate in scadenza) venga alimentato con nuove donazioni, altrimenti nel giro di pochi mesi non sarà più possibile elargire microprestiti e si dovrà attendere il rientro mensile – e quindi molto dilazionato nel tempo – delle somme prestate. «Ci appelliamo quindi ai comuni, ad altri istituti bancari, a privati ed istituzioni perché ci aiutino a far proseguire questo servizio che si sta rivelando così importante, segno che ha intercettato un bisogno che c’era ma rimaneva inespresso» commenta don Giovanni Sandonà direttore della Caritas diocesana.

Le donazioni possono essere effettuate sul conto corrente n. 81007200 intestato ad Associazione Diakonia onlus ed aperto presso Banca del Centroveneto,  CIN I,  ABI 8590, CAB 11801.

Per informazioni: [email protected]t – Tel. 0444 304986.

Mariagrazia Bonollo