[Enrico Turrini • 01.12.05] Da circa quindici anni l'Unione Europea sta promuovendo il progetto del piú lungo collegamento ferroviario ad alta velocitá del Continente, il Tav, che dovrebbe unire Lisbona a Kiev passando attraverso la Val di Susa con lunghissime gallerie sotto le Alpi. In particolare per la realizzazione di due tunnel, Bruzolo-Mompantero e Venaus-Saint Jean, si dovrebbero perforare zone rocciose che, secondo gli esperti, contengono materiali fortemente cancerogeni quali uranio e amianto, materiali che si trasformerebbero in detriti con permanente inquinamento dell'ambiente circostante.

VAL DI SUSA, UN SEGNO DI DISSENSO ILLUMINATO E PACIFICO

Da circa quindici anni l’Unione Europea sta promuovendo il progetto del piú lungo collegamento ferroviario ad alta velocitá del Continente, il Tav, che dovrebbe unire Lisbona a Kiev passando attraverso la Val di Susa con lunghissime gallerie sotto le Alpi. In particolare per la realizzazione di due tunnel, Bruzolo-Mompantero e Venaus-Saint Jean, si dovrebbero perforare zone rocciose che, secondo gli esperti, contengono materiali fortemente cancerogeni quali uranio e amianto, materiali che si trasformerebbero in detriti con permanente inquinamento dell’ambiente circostante.

I costi sarebbero altissimi: si pensa a 15 – 20 miliardi di euro con vantaggi estremamente ridotti in quanto si prevede una riduzione di solo l’1% dell’attuale traffico su gomma. Inoltre la linea a doppio binario in funzione lungo la Val di Susa con il tunnel del Frejus per l’attraversamento delle Alpi, oggi a bassa efficienza, potrebbe essere modernizzata in tempi brevi e con finanziamenti ridotti, utilizzandola poi per il trasporto dei Tir (autoveicoli pesanti) che non necessitano di alte velocitá, riducendo cosí fortemente il traffico autostradale con notevoli vantaggi per la protezione dell’ambiente.

Il 31 Ottobre dell’anno scorso erano previsti i primi scavi esplorativi ed erano per questo iniziate in forma assolutamente pacifica le proteste degli abitanti con occupazione dei terreni e con blocchi stradali e ferroviari. Le proteste furono prontamente sospese all’arrivo della promessa di un rinvio di detti scavi esplorativi, ma le forze dell’ordine ne approfittarono per recintare la zona e per mettere l’avvio dei lavori. Ripresero cosí le agitazioni pacifiche accompagnate da scioperi e il 29 di novembre ben 70 mila persone sono riuscite con una imponente manifestazione ad impedire lo scavo di un cunicolo esplorativo di alcuni km di lunghezza.

A inizio Dicembre la Polizia e i Carabinieri hanno violentemente caricato i manifestanti provocando oltre 50 feriti tra cui donne e persone anziane. É seguita poi l’8 dicembre una manifestazione alla quale hanno partecipato in massa i sindaci della Val di Susa, riuscendo per il momento a fermare i lavori di scavo. Da notare che vari sacerdoti della valle hanno decisamente appoggiato le manifestazioni pacifiche e il parroco di Venaus, don Alfonso, riferendosi ai maltrattamenti imposti alla popolazione ha affermato: “Li hanno trattati come delinquenti, invece é gente pacifica“.

Meditando su questi fatti avvenuti in Val di Susa penso sia necessario, come primo passo, rendersi conto che viviamo in un Mondo capitalista con mentalitá distorta, che guarda solo agli interessi dei potenti e che si oppone alla partecipazione dei cittadini nelle decisioni socio-politiche, utilizzando frequentemente anche la violenza; un Mondo che disinteressa completamente di proteggerre la salute dell’uomo e della madre Natura. É poi di assoluta importanza fare il passo successivo. come ci insegnano gli abitanti della Val di Susa, quello di azioni concrete per cambiare quel tipo di mentalitá distorta, azioni che devono essere condotte in maniera decisa, illuminata e pacifica.

Solo con l’onestá e la correttezza dei comportamenti, ispirandosi ai veri valori sociali e politici, si puó essere convincenti ed ottenere risultati positivi. Naturalmente dobbiamo comportarci con coraggio e senza timori lungo tutto il cammino della nostra vita, un cammino da percorrere in maniera non solo individuale, ma soprattutto in maniera comunitaria. Molto significative in questo contesto le parole di Chavez, il Presidente del Venezuela: «Il sistema capitalista sta facendo precipitare l’umanitá nella barbarie. L’alternativa c’é, si chiama socialismo. Mi chiedono a quali valori ci ispiriamo. Rispondo: a quelli difesi da Gesú, il primo martire antimperialista».

Enrico Turrini

 

Enrico Turrini, fisico di origine trentina, gia componente del comitato scientifico dell’Università internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace e presidente della Camera dei ricorsi di Fisica II dell’Ufficio europeo dei brevetti, Monaco di Baviera (Germania). E amico di GRILLOnews.

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