[di Chiara Posenato • Gennaio 1999] Diamo spazio al racconto di una positiva esperienza sportiva vissuta da una giovane di Montecchia di Crosara.

VOLTEGGIO A CAVALLO. UN 19 MONDIALE SU QUATTRO ZAMPE

Sono Chiara Posenato, ho 19 anni e lo scorso anno ho conseguito la maturità classica. Da poco ho iniziato a frequentare l’università, che mi impegna intensamente tutti i giorni. La mole di lavoro, rispetto al liceo, è cresciuta notevolmente, ma non posso rinunciare allo sport: è una realtà che fa ormai parte della mia vita. All’età di nove anni ho cominciato a gareggiare nei tornei regionali di ginnastica artistica, e se all’inizio tutto era un gioco, con il passare del tempo è diventata una grande passione. La ginnastica è un’espressione di forza e potenza corporea che si fonde con l’eleganza del movimento, tutt’uno con la musica. Con molto lavoro e grazie alla guida della mia istruttrice, Veronica Tass, a cui devo veramente molto, mi sono migliorata nel tempo e sono arrivata anche a buoni risultati. Il mio sogno di bimba, però, è sempre stato il cavallo, un sogno piuttosto impegnativo e quindi sempre accantonato. Tuttavia, quando per caso ho conosciuto il volteggio, non sono riuscita a resistere. Avevo trovato l’unione dei due miei più grandi interessi: forza, armonia e perfezione nell’esercizio ginnico, a cavallo! Ho iniziato circa tre anni fa, all’associazione equestre “Lo Sperone” di San Bonifacio, dove tuttora mi alleno. La mia preparazione atletica mi ha facilitata molto inizialmente e ho fatto passi da gigante. Ma la preparazione fisica non basta. Serve molto lavoro sul cavallo e con il cavallo; ci deve essere sintonia di movimento tra l’atleta e il suo compagno a quattro zampe. Insieme devono formare un unico corpo e questo è possibile solo dopo aver conquistato una fiducia reciproca e una certa intesa. In questo mi ha aiutato molto Nelson Vidoni, il mio preparatore, per natura dotato di spiccata sensibilità e di una pazienza infinita. Un giorno la proposta -forse un po’ ambiziosa- di tentare le qualificazioni per i WEG, i campionati del mondo a Roma. L’ho accettata come una sfida, all’inizio un po’ timorosa, ma via via sempre con più forza. Ho ottenuto la prima qualificazione internazionale l’1, 2, 3 maggio 1998, anche se nella gara non avevo dato il meglio di me: ero troppo emozionata e intimorita dagli stranieri. Mi sono messa al lavoro e in Svezia ero già più determinata. Dopo una settimana trascorsa in Germania ad allenarmi con un cavallo tedesco, ho ottenuto a Molmö, nei primi giorni di agosto, la seconda qualificazione. Avevo le porte aperte per il mondiale… ero felice, ma allo stesso tempo preoccupata di non essere all’altezza di rappresentare l’Italia negli individuali. Mi sono impegnata molto e due mesi prima della scadenza ho iniziato la preparazione intensiva. Oltre ai miei compagni, la padovana Valentina Comici e il campione italiano, Altin Kazazi, hanno lavorato con me ragazzi di tutto il mondo: non potendo infatti portare in Italia il loro cavallo si sono messi in contatto con “Lo Sperone” per poter gareggiare con i nostri animali. Sono venuti dall’Argentina, Brasile e Stati Uniti. Ci siamo allenati con costanza e grinta, nonostante il caldo. Quando finivo l’allenamento avevo già voglia di risalire a cavallo per migliorarmi, per fare di più. Il giorno dell’allenamento pre-gara non potevo credere di essere già a Roma, così vicina al momento che avevo tanto atteso con desiderio e preoccupazione allo stesso tempo. Sentivo l’adrenalina salire, ma anche tanta paura del confronto. Ma non potevo rovinare tutto per stupida paura. Dovevo cercare di fare quello che avevo sempre fatto al maneggio: divertirmi sul cavallo e farlo vedere a tutti! Era il mio momento: dovevo entrare nell’arena. Tante voci, da dietro, mi dicevano: “Chiara sorridi!”. Non è così facile per me sorridere in gara, ma là nell’arena c’ero io in piedi sul mio cavallo, accompagnata dalla musica e circondata da tantissime persone che credevano in me… mi è venuto spontaneo! Ero piena di gioia, volevo ricompensare tutti quelli che tifavano per me. La parte obbligatoria è andata abbastanza bene anche se non ho voluto rischiare in alcuni movimenti in cui il punteggio poteva essere più alto. Nel “libero” il mio compagno a quattro zampe, Valzer, non era del tutto tranquillo e ho avuto un paio di inconvenienti, ma sono riuscita ad arrivare in fondo, volevo finire al meglio il mio esercizio. Sono soddisfatta del mio 19 posto, e dalla gara ho ricevuto tanta carica e voglia di progredire. É stata un’esperienza molto positiva e così bella che è da ripetere!