[P.V. • 28.12.02] Cari amici, sul numero in edicola oggi di Verona Fedele (numero 50 del 29 dicembre 2002), come da molto tempo ormai, ci sono volgarita e insinuazioni che meritano una risposta. Don Fasani e la sua cricca stanno denigrando e svilendo un movimento che ha una proposta per la Lessinia, una proposta alternativa al puro utilizzo del territorio come fonte di guadagno economico, che ha un progetto che deve essere fondato su una elaborazione che non sia il frutto della sola emotività ambientalista.

CAVE IN LESSINIA E LE OPINIONI DI VERONA FEDELE

Cari amici, sul numero in edicola oggi di Verona Fedele (numero 50 del 29 dicembre 2002), come da molto tempo ormai, ci sono volgarita e insinuazioni che meritano una risposta. Don Fasani e la sua cricca stanno denigrando e svilendo un movimento che ha una proposta per la Lessinia, una proposta alternativa al puro utilizzo del territorio come fonte di guadagno economico, che ha un progetto che deve essere fondato su una elaborazione che non sia il frutto della sola emotività ambientalista.
 
“Economia. Venti di guerra sulle nostre montagne. Le associazioni ambientaliste pretendono la chiusura di tutte le cave, gli interessati rispondono: così uccidete la Lessinia…..Ma qualcuna di queste belle anime si rende conto che si metterebbero sul lastrico centinaia di famiglie che in Lessinia ci vivono…e in ginocchio una montagna che di pietra e poco altro campa? Per trasformare paesi e contrade in presepi dentro i quali metterci qualche bella statuina nei fine settimana?… “Non cavateci la Lessinia”, appunto chiedono l’addio all’attività estrattiva nei nostri monti. Un’attività, preme ricordarlo, che dà lavoro a 557 aziende oltre l’indotto, impega 5mila persone; fattura un miliardo die mezzo di euro, né esporta la metà. Tutti a cavar pietra? Moltissimi a lavorarla, in quel distretto del marmo che, tra valpantena e Valpolicella, fa di verona la capitale mondiale dei lapidei…..Il sindaco di Erbesso, Lucio Campedelli…ricorda che “la tutela della montagna non passa attraverso la cancellazione delle cave”. e quello di S’Annad’Alfaedo, renzo Antolini, si dichiara soddisfatto di…averle….Si lamentano, i cavatori, che poi abitano tutti in montagna: “Ma non si rendono conto che,s enza il marmo, l’emorragia di abitanti sarà inarrestabile? Che le contrade si spopoleranno ancor di più e allora sì cadaranno a pezzi come le colline che franano perché ormai nessuno più le cura?”…L’assessore Pilati …ripete: non si può chiudere  la porta in faccia a chi rispetta leggi e regole, in un settore vitale dell’economia. O qualcuno si sognerebbe di radere al suolo gli alberghi gardesani, in nome di una più idilliaca fruibilità paesaggistica da parte dei gitanti della domenica?…
 
Questi sono i concetti principali dell’articolo. A mio avviso è necessario elaborare una proposta concreta alternativa, far conoscere i costi umani, ambientali e culturali di una scelta politica indiscriminata a favore delle cave. Far capire che esiste un’alternativa alle cave. E’ un emergenza che deve vedere coinvolte le associazioni nazionali al più alto livello. Dobbiamo arrivare anche al Parlamento e nel contempo dimostrare che le cave non sono convenienti economicamente per la popolazione della Lessinia come mi diceva domenica scorsa Attilio Benetti. (P.V.)