LIBRI. «RIVOLUZIONE TRAFFICO. MENO MOBILITÀ, PIÙ COMUNICAZIONE» DI CORRADO POLI

Come constatò acutamente Mark Twain: «Se un uomo dispone soltanto di un martello, affronta tutti i problemi come se fossero chiodi». Nonostante il fallimento delle politiche del traffico e delle infrastrutture sia davanti agli occhi di tutti, in Italia (e praticamente in tutto il mondo) si continua imperterriti a utilizzare gli stessi metodi e le medesime professionalità senza nemmeno pensare a cambiare l’impostazione dei problemi…

Rivoluzione traffico

Meno mobilità più comunicazione

di Corrado Poli

144 pagine – 10,00 euro

Anno di pubblicazione: 2006

ISBN: 8873712436

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Come constatò acutamente Mark Twain: «Se un uomo dispone soltanto di un martello, affronta tutti i problemi come se fossero chiodi». Nonostante il fallimento delle politiche del traffico e delle infrastrutture sia davanti agli occhi di tutti, in Italia (e praticamente in tutto il mondo) si continua imperterriti a utilizzare gli stessi metodi e le medesime professionalità senza nemmeno pensare a cambiare l’impostazione dei problemi.

L’osservazione critica al nocciolo, intelligente e anticonformista allo stesso tempo, della posizione di Poli in questo saggio, si potrebbe sintetizzare con il suddetto aforisma. La prima parte del libro illustra bene, infatti, che cosa voglia dire inerzia e pigrizia, e quanto amministratori, tecnici, specialisti (e anche ambientalisti) siano avviluppati dal conformismo senza avere la forza di uscire dallo schema «più domanda di mobilità uguale più offerta di infrastrutture».

La seconda parte prova a spiegare quale dovrebbe essere la strada per «cambiare radicalmente il modo di pensare e di agire». Pena: «l’insolubilità del problema del traffico, dell’inquinamento e della cattiva qualità della vita».

Fra l’altro, secondo l’autore -che insegna economia ed etica dell’ambiente all’Università di Bergamo- la situazione italiana, diversamente da ciò che spesso si sente dire, non è diversa da quella degli altri Paesi occidentali. E ciò «soprattutto perché si incaricano della soluzione del problema le stesse persone che lo hanno provocato. Con la stessa superficialità e sventatezza di chi affiderebbe al lupo la custodia del gregge».

Il lupo sarebbe rappresentato dall’utilizzo esclusivo, da parte degli amministratori, di competenze tecnico-classico-ingegneristiche le cui incrostazioni professionali fanno «coincidere il problema del traffico con l’infilare quanta più gente possibile su un autobus o un tram o un automobile e di farli ciecamente girare il più velocemente possibile per andare dove già si sa». Il tutto «senza pensare ad alternative o informarsi sulle preferenze reali, né considerare elementi e variabili come il comportamento sociale, il contesto economico, l’informatica, le nuove tecnologie della comunicazione, l’etica della tutela dell’ambiente e della salute ecc…».

D’altra parte, in una società dove il consenso politico si pesa e si cerca individualmente, tanto da fare del marketing e dei sondaggi gli strumenti più utilizzati, non scandalizza l’assoluta attualità della citata massima di Alexis De Toqueville a quasi due secoli di distanza: «tutto è permesso in nome della società. É questa una massima empia, che sembra essere stata inventata in un secolo di libertà per legittimare la venuta dei tiranni». Il moderno tiranno è il sondaggio. E di ‘intellettuali collettivi’ che ne elaborano gli esiti e ne ricavano coraggiose politiche con funzioni anche pedagogiche non se ne vedono all’orizzonte.

É per questo che i PUM (Piani Urbani della Mobilità) sono esattamente concepiti come piani di incremento dell’offerta di mobilità e non, come potrebbe/dovrebbe essere, come piani che riducono la domanda di mobilità. In questa seconda accezione dei PUM, come indica giustamente l’autore, si dovrebbe dare risposta a quesiti come:

– come si possono sostituire movimenti nad alto consumo energetico con movimenti a minore impatto che vanno dalla pedonalità alla ciclabilità fino all’uso del mezzo pubblico rispetto all’auto?

– Come si possono eliminare spostamenti non necessari razionalizzando la mobilità degli individui?

– Come si può ridurre la lunghezza di ogni singolo spostamnento?

– Come si può organizzare lo spazio favorendo una densità superiore e di conseguenza una minore necessità e lunghezza degli spostamenti?

– Come si possono organizzare i servizi ( e i tempi), l’economia e la vita sociale in modo da ridurre la necessità di muoversi?

E, c’è da aggiungere da ultimo ma non per ultimo: come fare ed evidenziare una realistica, non mascherata e parziale, contabilità dei costi della mobilità? Quante bronchiti, quante leucemie (in Italia le malattie da traffico producono 8.200 morti all’anno secondo l’OMS. Senza contare l’oscillazione annuale – dalle 6 alle 9.000 – morti da incidente ). Quanto costa al sistema sanitario nazionale questa mobilità? Ma questi interrogativi sono destinati a rimanere senza risposta nonostante la citazione di Mao fatta dall’autore: «chi non fa inchieste non ha diritto di  parola».

E si capisce allora che per affermare piani e pratiche alternative (poli-car; car-pool; car-sharing; telelavoro; teleistruzione; rivalutazione del ruolo dei piccoli negozi di quartiere; ecc…) lo scoglio maggiore non sta nella (presunta) oggettività delle cose bensì nella ricostruzione di un progetto collettivo capace di fascino e di consenso. D’altra parte, se all’uomo gli diamo «soltanto un martello» , perché stupirsi se «questo affronta tutti i problemi come se fossero chiodi»? Tradotto: il problema della qualità dell’offerta riguarda anche la politica.

L’AUTORE. CORRADO POLI

Corrado Poli, studioso e ricercatore sociale esperto in politiche urbane e ambientali, insegna Economia ed Etica dell’Ambiente ed Economia della Cooperazione Internazionale presso l’Università di Bergamo e coordina il Laboratorio di Informazione, Comunicazione, Educazione Ambientale presso la stessa Università. Da gennaio 2007 tornerà all’Institute for Policy Studies della Johns Hopkins University di Baltimora, U.S.A. dove condurrà una ricerca sull’amministrazione urbana e terrà corsi e seminari in varie università e città degli Stati Uniti e del Canada. É autore di numerosi saggi e monografie. Partecipa alla vita e al dibattito politico con il Consorzio «Responsabilità & Cittadinanza»  nonché come opinionista di periodici, quotidiani e televisioni. Ha amministrato Enti Pubblici, diretto Centri di Ricerca e insegnato in varie Università italiane e straniere tra cui in particolare la Johns Hopkins University di Baltimora (USA), il Queensland University of Technology di Brisbane (Australia), le Università di Padova e di Trieste. Sito personale: http://www.corradopoli.net/