[Chiara Roveggia • 06.10.02] Forse si, stavo rincorrendo un sogno! Ma fino a quel momento tutto mi aveva portato lì: sofferenza, letture sull'argomento, circostanze della vita. E finalmente tutto quello che avevo pensato, costruito giorno dopo giorno, anno dopo anno, era toccabile con mano. Tutto in me era pronto per partire. E per rimanere, a patto che...

REPUBBLICA DOMINICANA. La vida es un sueño y sueño sueño son !

Forse si, stavo rincorrendo un sogno! Ma fino a quel momento tutto mi aveva portato lì: sofferenza, letture sull’argomento, circostanze della vita. E finalmente tutto quello che avevo pensato, costruito giorno dopo giorno, anno dopo anno, era toccabile con mano. Tutto in me era pronto per partire. E per rimanere, a patto che…

Ciao, sono Chiara! Ho deciso di raccontarvi la mia esperienza-di-vita che ho vissuto -e che sto vivendo- in ambienti, Paesi, diversi da quelli in cui sono nata, dal mio Paese d’origine, l’Italia! Perché?, vi chiederete voi. Semplice: per incoraggiare ognuno di voi, ragazzi, giovani, adulti, a non lasciare che sia la vita a vivervi, affinché insomma siate voi i protagonisti dell’esistenza terrena. Una esperienza-di-vita, la mia vita, che ho deciso di dedicare al servizio dei più deboli e bisognosi.

Così sono sempre pronta – o almeno cerco- di portare, nella quotidianità, una buona parola a chi ne ha bisogno! Credo nell’onestà! Forse per questo mio ideale così profondo, dentro di me ho vissuto tanti momenti duri, ho rischiato anche di perdere a volte la fiducia  in quello che stavo facendo ed i valori in cui credevo! Ma lassù in Alto qualcuno ci protegge e ci guida! Io ne sono profondamente convinta! Così sono arrivata a vivere per un po’ quello che avevo sognato da tanto tempo… Ho deciso di partire, dopo varie peripezie, per la Repubblica Dominicana.

L’isola di Hispagnola (76.192 kmq.) fa parte del gruppo delle grandi Antille ed è la seconda, per estensione, dei Carabi, dopo Cuba. E’ bagnata, a Nord, dall’oceano Atlantico e, a Sud, dal mar Caraibico. Politicamente si divide in due parti: ad Ovest si estende Haiti; ad Est la Repubblica Dominicana, meglio conosciuta da tutti con il nome “Santo Domingo”.

Le sue coste, basse e sabbiose, incorniciate da fitte foreste tropicali, hanno reso l’isola famosa per il turismo. Oltre a questo l’economia è basata sull’agricoltura: viene coltivata molto la canna da zucchero, cacao, caffè, arance, banane, mentre l’allevamento è in continua espansione, favorito dall’abbondanza dei pascoli (oltre il 40% del suolo dell’isola).

Dal sottosuolo vengono estratti Nichel e Bauxite, principalmente.

Sono stata ospite, per un mese circa, a Sabana Grande de Boyà. Questo piccolo paese, senza urbanizzazione, si trova a circa 3 ore e mezza dalla capitale. Le strade sono le nostre strade di campagna, tutte piene di buche e sassi. Di notte è molto pericoloso guidare la jeep perché non c’è luce se non quella della luna. Muoversi con il fuoristrada è indispensabile, non è un lusso. Per tutto questo periodo ho vissuto in mezzo alle persone del posto, stavo per la maggior parte della giornata con i bambini del Centro di accoglienza di “Progetto Roberto”.

Alla mattina scendevo ed aiutavo a vestire ed a pettinare i più piccoli, poi li accompagnavo alla mensa. Tutti facevano colazione. Poi, i più grandi,  andavano a scuola ed io rimanevo con i più piccoli a giocare. Esiste inoltre un  nuovo Centro, suddiviso in due parti: una per i bambini, l’altra per gli anziani. Il mio servizio è stato proprio a contatto con le nuove generazioni. Si tratta del nuovo progetto denominato ”Moundo feliz” costruito sempre da Roberto Danese grazie agli aiuti arrivati dall’Italia.

É molto bello e pensato apposta per accogliere tante persone bisognose. In questo Centro, infatti, una volta ultimato, molte persone di varia età verranno seguite in tutte le necessità che la vita richiede quotidianamente. Per questo e bene che ricordi che tutti noi nel nostro piccolo possiamo dare una mano. Non è necessario andare là personalmente per aiutare, come ho voluto fare io, basta anche solo spedire quello che a noi non serve più, oppure fare una piccola offerta.

Ma questo deve partire da uno spontaneo sentimento di solidarietà, da dentro il nostro cuore! Non prendetela come la solita “predica”, ma, sinceramente, mi sentivo scrivere queste righe perché so bene che il mangiare, il vestire, lo studiare e la salute di tante persone dipende da tanti piccoli gesti, che diventano, agli occhi di coloro che ne usufruiscono, grandi gesti. I pomeriggi, a volte, li passavo fuori, andavamo a portare da mangiare o da vestire alle persone che abitavano nella foresta circostante. Ho visto come si vive con il nulla, o quasi.

La cosa che più mi ha colpita è stata l’umiltà e l’ospitalità delle persone che vivevano lì, in mezzo alla sempreverde e rigogliosa foresta. Le capanne sono costruite con foglie di palma. Ricordo, in particolare, la ”casa capanna” di Cavesita.

Il pavimento è di terra, i bambini dormono su un materasso bucato alzato da terra con tre blocchi di cemento rotti. Materasso che ospita anche sei o sette persone. Una tenda fatta con vecchi sacchi di juta  separa la camera dei genitori. Fuori, sotto un’altra piccola baracca,c’è il fuoco  per cucinare. Vista la situazione di questa famiglia ho chiesto a Roberto Danese  se si poteva fare qualcosa per aiutarli, e lui mi ha promesso che aiuterà a fare il pavimento nuovo in cemento e porterà dei materassi nuovi e dei lettini ai bambini.

Per quel che io potevo fare durante i pochi giorni di permanenza a Sabana Grande de Boià ho deciso di regalare, un po’ a loro e un po’ ad altra gente del villaggio limitrofo, tutti i miei vestiti, scarpe, sapone per lavarsi, nastri per capelli, insomma tutto quello che possedevo. Non scorderò mai come mi sentivo a vedere tutti vestiti con qualcosa di mio, chi con il capello, chi con le scarpe da tennis, chi il pigiama, i pantaloni e le t-shirt!

I sorrisi e la gioia dei bambini erano per me il regalo più grande.Altre volte leggevo ai bambini delle favole (in spagnolo) e qui era il bello: erano infatti loro ad insegnarmi, oppure si disegnava, si studiava inglese con le ragazze più grandi. Non mi sono stancata un momento. Nonostante fossi in mezzo al nulla, io stavo bene. Il clima era caldo ed umido, così se dovevo accompagnare Teresa, una signora che segue le faccende domestiche, uscivamo la mattina presto per fare la spesa. Erano momenti molto belli perché  avevo la possibilità di conoscere da vicino la gente locale, chiacchierare con loro del più e del meno.Per loro io ero la bianca, mi chiamavano «l’italiana»! E le donne, poi, unite e molto disponibili ad aiutare. Donne che, anche oggi, vivono in una specie di schiavitù, di sottomissione, non visibile forse in apparenza, ma sotto sotto c’è.

Ecco allora ragazzi cosa vi dico dal profondo del mio cuore: non abbiate paura di andare, se sentite che dovete fare una simile esperienza di vita. É un modo per crescere, per mettersi alla prova! Io ho vissuto situazioni che mi hanno veramente provato; sono fiera, in un certo senso, di essere quella che sono.

Ho imparato che il bene è dentro di noi, che noi nel nostro piccolo, anche se non siamo famosi per il nostro operato, possiamo fare tanto!

Sogni, forse. Ma credo fermamente nella crescita spirituale e di fede. Mi farebbe tanto piacere sapere che cosa voi ne pensate, conoscere il vostro pensiero, per confrontarci e crescere insieme! Se vi farà piacere vi racconterò della mia esperienza di vita qui, ora, negli Stati Uniti! Il mio sogno è poter vivere nel rispetto della natura e della vita in tutte le sue forme! Mi piacerebbe che i miei figli potessero crescere giocando con bambini di nazionalità diverse, tutti  insieme. Non importa se nella Repubblica Dominicana, se in Africa, in Italia, nella mia San Bonifacio o qui in America, ma nel rispetto della vita! E il vostro sogno qual è?

Ringrazio Roberto Danese per la sua ospitalità. Un ringraziamento speciale a tutte le persone che ho incontrato in questa mia esperienza, in special modo ai bambini! Se volete contattarmi in mio indirizzo e-mail è: [email protected]

Ciao, Chiara.


(Le informazioni geografiche sono prese da «Le guide del Gabbiano», edizione Giunti).