[Amnesty International • 06.10.02] Oltre 250 bambini palestinesi e 72 israeliani sono stati uccisi in Israele e nei Territori Occupati negli ultimi 23 mesi. Mentre il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo si riunisce per esaminare il rapporto presentato da Israele sull’attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, Amnesty International si appella ad israeliani e palestinesi affinché giungano ad un´intesa per evitare l´uccisione di altri bambini. "Uccidendo il futuro: i bambini nel mirino", il rapporto diffuso oggi da Amnesty International, analizza il modo in cui i bambini palestinesi e israeliani sono stati presi di mira come mai in passato dall’inizio della nuova intifada.

TERRITORI OCCUPATI. BAMBINI UCCISI.

Oltre 250 bambini palestinesi e 72 israeliani sono stati uccisi in Israele e nei Territori Occupati negli ultimi 23 mesi. Mentre il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo si riunisce per esaminare il rapporto presentato da Israele sull’attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, Amnesty International si appella ad israeliani e palestinesi affinché giungano ad un´intesa per evitare l´uccisione di altri bambini. “Uccidendo il futuro: i bambini nel mirino”, il rapporto diffuso oggi da Amnesty International, analizza il modo in cui i bambini palestinesi e israeliani sono stati presi di mira come mai in passato dall’inizio della nuova intifada. “Le conseguenze maggiori di questo conflitto stanno ricadendo sempre di più sui bambini. Sia le Forze di difesa israeliane (Idf) che i gruppi armati palestinesi mostrano un´indifferenza assoluta per la loro vita e in generale per quella della popolazione civile”, ha dichiarato Amnesty International, secondo la quale “deve essere ristabilito il rispetto per la vita umana. Solo una nuova intesa tra palestinesi e israeliani potrà impedire l´uccisione di altri bambini”. L´impunita´ di cui godono i soldati israeliani e i gruppi armati palestinesi responsabili delle uccisioni dei bambini, ha senza dubbio contribuito a creare una situazione in cui il diritto alla vita dei bambini e di tutti i civili vale poco o nulla. “Ce n´e´ abbastanza di ragioni e scuse inaccettabili. Sia il governo di Israele che l´Autorità Palestinese devono agire con celerità e fermezza per indagare sull’uccisione di ogni bambino ed  assicurare che tutti i responsabili di questi crimini siano consegnati alla giustizia”, ha affermato l´organizzazione per i diritti umani. La comunità internazionale dovrà dare ascolto all’appello di Amnesty International e di numerose altre organizzazioni non governative per l´invio di osservatori internazionali nella regione. Il governo israeliano dovrà cessare di rifiutare la loro presenza. Secondo Amnesty International, la presenza di osservatori sin dall’ottobre 2000 avrebbe potuto salvare la vita dei bambini israeliani e palestinesi e degli altri civili.
 
Uccisioni di bambini palestinesi

Nella maggior parte dei casi, i bambini palestinesi sono stati uccisi nei Territori Occupati quando i soldati delle Idf hanno risposto alle manifestazioni e ai lanci di pietre con un uso illegale ed eccessivo della forza letale. Ottanta bambini sono stati uccisi dalle Idf nei soli primi tre mesi di intifada. Sami Fathi Abu Jazzar e´ morto alla vigilia del suo dodicesimo compleanno dopo essere stato colpito alla testa da una pallottola esplosa da soldati israeliani su una folla composta per la maggior parte da bambini in età scolare. La sparatoria ha avuto luogo a conclusione di una manifestazione con lanci di pietre. Nello stesso episodio sono rimasti feriti altri sei bambini. Secondo una delegazione di Amnesty International, che si trovava tra la folla in quel momento, la vita dei soldati non era in pericolo. Nell’ultimo anno bambini palestinesi sono stati uccisi quando i soldati delle Idf hanno aperto il fuoco in modo indiscriminato e lanciato attacchi con bombe e granate contro zone residenziali, in circostanze in cui non erano in corso scontri e i militari israeliani non erano in pericolo di morte. Altri hanno perso la vita nel corso di assassini ordinati dalle autorità israeliane, durante  distruzioni di abitazioni palestinesi eseguite senza preavviso oppure a causa di granate contenenti piccole frecce metalliche o di trappole esplosive usate dalle Idf in aree densamente popolate.
Il grande numero dei bambini uccisi e feriti e le circostanze in cui sono stati uccisi indicano che le Idf hanno fatto poco o nulla per evitare di colpire i bambini. Dina Matar, di 2 mesi e Ayman Matar, di 18 mesi, erano tra i nove bambini uccisi il 22 luglio di quest’anno, quando un F-16 delle Idf ha sganciato una bomba da una tonnellata su una zona densamente popolata di Gaza City, uccidendo 17 persone. Lo scopo dell’attacco era l´assassinio di un attivista di Hamas, che ha perso la vita insieme agli altri. Il giorno dopo, il Primo Ministro israeliano Ariel Sharon ha definito l´attacco “una delle operazioni di maggiore successo”.
Diversi bambini palestinesi sono inoltre morti dopo che erano stati fermati ai posti di blocco israeliani ed era stato ritardato o impedito il loro transito verso gli ospedali. Almeno tre bambini palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani. Nella maggior parte dei casi le Idf non sono intervenute per proteggere i palestinesi dai coloni, i cui  omicidi rimangono impuniti.

Uccisione di bambini israeliani

I bambini israeliani sono stati uccisi da gruppi armati  palestinesi sia nei Territori Occupati che all’interno di Israele. Il primo bambino israeliano ucciso nell’attuale intifada è morto nel gennaio 2001 vicino a Ramallah, nei Territori Occupati. In circa il 70% dei casi, i bambini israeliani sono stati uccisi da attacchi suicidi palestinesi, nei restanti casi in sparatorie e in  attentati ai danni di automobili o autobus di linea.
Negli ultimi 18 mesi vi e´ stato un aumento significativo di attacchi nei confronti di civili israeliani con un numero crescente di vittime tra i bambini. Solo nei primi sette mesi del 2002, 36 bambini israeliani sono stati uccisi da gruppi armati palestinesi, 19 in Israele e 17 nei Territori Occupati.  Il 1° giugno 2001 un attentatore suicida si e´ fatto esplodere in mezzo ad un gruppo di ragazzi che attendevano di entrare nel night club “Dolphinarium” di Tel Aviv. Dodici delle 21 persone rimaste uccise avevano meno di 18 anni. Tra le vittime vi erano Maria Tagilchev, 14 anni  -fuori dalla cui scuola due giorni prima era esplosa un´autobomba – e Yevgenia Keren Dorfman, 15 anni, morta diciotto giorni dopo per le gravi ferite al cervello riportate nell´attentato. Le brigate `Izz al-Din al Qassam, la frangia armata del gruppo islamista Hamas, hanno rivendicato l´attacco annunciando di compierne altri. Il 2 marzo 2002 a Gerusalemme 12 persone sono state uccise e più di 50 sono rimaste ferite a causa di un attacco suicida palestinese. La bomba e´ esplosa vicino a un gruppo di donne in attesa, con i loro bambini, dell’uscita dei mariti dalla vicina sinagoga. Tra le vittime vi erano due sorelle, Shiraz Nehmad di 6 anni e Liran di 2 e i loro quattro cugini, Lidor e Oriah Ilan rispettivamente di 12 anni e 18 mesi, e  Shaul e Avraham Eilahu Nehmad di 15 e 17 anni. (Fonte: Amnesty International)