[di Padre Alex Zanotelli • Dicembre 1997] Carissimi, jambo! Mesi duri, questi, duri come macigni! Pesanti come pietre! "Rendo la mia faccia come pietra", urlava il Servo. La sofferenza spettrale dei malati di Aids, murati vivi. "Sono un acervo di pene e dolori e per l'angoscia il cuore ruggisce" gridava l'ammalato del salmo 38. La miseria, l'emarginazione, la fame...

ZANOTELLI: NOTTE DI AVVENTO

Notte di Avvento

Carissimi, jambo! Mesi duri, questi, duri come macigni! Pesanti come pietre! “Rendo la mia faccia come pietra”, urlava il Servo. La sofferenza spettrale dei malati di Aids, murati vivi. “Sono un acervo di pene e dolori e per l’angoscia il cuore ruggisce” gridava l’ammalato del salmo 38. La miseria, l’emarginazione, la fame… grida nella notte dei poveri, notte di Korogocho (baraccopoli kenyana, ndr) la notte dei poveri che è sempre più cupa. Sono mazzate che mi fanno barcollare, pugni allo stomaco che cambiano le viscere in pietra. Ma sono volti splendidi, amati, di poveri… “Mi si ruppe il cuore nel petto, al pensarci un fuoco mi arse e la bocca si aperse da sola, così allora mi misi a gridare: “Tu, o Dio, a spanne misuri i miei giorni, è nulla per te la mia vita!””. Così urlava l’orante del Salmo 39. Volti, spezzoni di tragedia che sfilano sotto i nostri occhi. Volto pietrificato di Anna, una ragazzina ventenne che deve fare da mangiare a cinque bimbi. “Sì è vero!” mi sbotta. “Oggi ho comperato il veleno per i topi per farla finita, io e i miei bambini!”. Volto glaciale, nessuna lacrima, solo rabbia negli occhi. La conosco bene. Anni fa avevo assistito sua madre, malata di Aids. “Non ho nessuno nè padre, nè madre -mi dice Njoroge- ho cercato lavoro ma non ho trovato nulla. Rubo solo per mangiare. Faccio male?” mi dice guardandomi negli occhi. Poi aggiunge: “Vieni a vedere la mia baracca!”. Lo seguo. Dentro ci sono solo pochi cartoni per dormire. “Vedi, non ho mai rubato nulla, solo accoltello la gente per avere pochi spiccioli per mangiare”. Non capisco più cosa sia bene o male. So solo che la nostra è una moralità borghese. Giorni dopo ritornò a vedermi. “Ho riflettuto su quanto mi hai detto. Forse hai ragione tu. La mia baracca è piena di sangue. Vieni a purificarla”. É difficile esprimere quello che provi nei sotterranei della vita… forse è la Presenza dell’Assente, questo mistero immenso che ci avvolge proprio qui tra i più poveri. I più poveri, i più umili, i perdenti… vittime dell’Impero del denaro, coadiuvato dai suoi accoliti, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale e dalle élite kenyana che pensa solo ai suoi interessi. Il risultato è l’inferno quotidiano dei poveri, i bambini che non riescono più ad andare a scuola, impossibilità di assistenza medica e perfino di una sepoltura (i poveri non ce la fanno più a seppellire i morti). Tutto questo è diventato ancora più chiaro quando la violenza è scoppiata poi a Likoni, Mombasa, Malindi… Abbiamo tentato di spezzare la spirale della violenza dentro Korogocho… Le chiese e le moschee collegate insieme in un organo chiamato KPUA, si misero al lavoro. I leaders delle chiese convocarono in assemblea tutte le organizzazioni presenti a Korogocho insieme ai gruppi popolari. Fu l’inizio di una seria riflessione all’interno di ogni piccola comunità. Tutte le organizzazioni non governative per la prima volta si trovavano insieme per due giorni intensi di riflessione. Il segnale è chiaro. “Umoja ni silaha ya maskini” (l’unità è l’arma dei poveri). É questo lo slogan che i rappresentanti delle baraccopoli di Nairobi hanno coniato durante una grande assemblea tenutasi il 26 settembre: un migliaio di persone in rappresentanza di oltre 40 bidonville si sono ritrovate nel cuore di Nairobi per lanciare il loro Manifesto in cui affermano che il 60% della gente della capitale è “sardinizzata” nell’1 per cento della terra disponibile e chiedono che almeno questa venga riconosciuta come proprietà dei baraccati. Questo coordinamento intende promuovere una campagna per unire tutti gli slum di Nairobi (un centinaio!) e raccogliere anche un milione di firme da presentare al governo. Piccoli semi, piccoli segni così preziosi, così importanti… Segni di unità, segni di nonviolenza. Davanti allo spettro della violenza che potrebbe travolgere tutti proprio come in Rwuanda, è nato quasi spontaneamente il movimento nonviolento. É bastata una telefonata a p. C. Houle, il responsabile dei missionari di Maryknoll, per far partire un’operazione lampo, un vero blitz… Riuscimmo a far arrivare a Nairobi una èquipe proveniente dalle Filippine composta dal famoso vescovo cattolico, Claver, dall’ex segretario della Conferenza episcopale, p. Blanco, e da una donna, Tess Ramiro, insieme al pastore americano metodista Richard Deats (collaboratore di Martin Luther King). Essi, nel giro di un mese, hanno offerto, iniziando dai vescovi cattolici, una serie di seminari ed hanno lasciato alle spalle un gruppo kenyano che innaffierà il seme della nonviolenza… Ho partecipato al seminario con un gruppo ecumenico… “Non è tanto importante la giustizia che instaurerete -ci hanno detto- ma quanto questo vostro impegno per costruire un mondo nuovo che vi farà più uomini e più donne!”. Questo movimento porterà il nome “La sorgente della Verità”. Piccoli semi… di speranza, di vita, nel bel mezzo della morte, nella notte di Korogocho. Noi attendiamo… che avvenga” É tempo di attesa, tempo di avvento. Solo i poveri attendono, aspettano salvezza, liberazione… Solo chi vive nei sotterranei della vita o della storia sogna un mondo che è “altro” da quello che abbiamo fra le mani. Chiedo a voi, amici spersi ovunque sulle strade della vita, di unirvi ai poveri del mondo! Chiedo a voi che vivete nel cuore dell’Impero del denaro e non attendete più nulla (avete tutto!)… di avere la loro stessa fame e sete di giustizia. Non serve il luccichio del Natale… serve il lumino acceso… in quella vostra Padania dei ricchi dove nulla sembra avvenire. Vi invitiamo a non tenere il vostro spirito agli inferi, come ammonisce il monaco ortodosso Silvano del Monte Athos. Con voi… anche noi, piccola comunità di resistenza che vive nei bassifondi, Antonio, Michela, Maurizia, Carlo, Simonetta e Mario… attendiamo la Pasqua. Sijambo. p. Alex Zanotelli (Korogocho-Kenya).