[di Annalia Mazzasette • Gennaio 1997] In occasione del decennale della nascita della nostra Associazione, abbiamo pubblicato un libro dal titolo: "Verso la comunità multifamiliare: dieci anni di esperienza dei Club"...

ACAT, I FIGLI RACCONTANO

In occasione del decennale della nascita della nostra Associazione, abbiamo pubblicato un libro dal titolo: “Verso la comunità multifamiliare: dieci anni di esperienza dei Club”. Esso raccoglie, fra l’altro, diverse testimonianze di disagi causati dall’uso di sostanze tossiche e vissuti all’interno di famiglie del nostro territorio. Ne abbiamo scelta una e ve la regaliamo nella speranza che possa essere di aiuto e di conforto ad altri. Vi invitiamo, anzi, a scriverci impressioni, testimonianze, domande, consigli e chi più ne ha più ne metta in merito all’uso di sostanze tossiche e disagi familiari oppure a venirci a trovare. Ci siamo tutti i lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9,30 alle 17. Questo è il nuovo indirizzo: ACAT-VO, via Nazionale, 34 – c.a.p. 37038 Soave (VR) – Tel/fax 6103287. I FIGLI RACCONTANO “Mi chiamo Loredana, ho 27 anni, sono felicemente sposata da 6 anni, ho una bimba di 4 anni. Ho vissuto l’infanzia senza particolari problemi, la solita vita di tutti i giorni di una famiglia “normale”. Il papà e la mamma andavano a lavorare e noi bambini, io e mio fratello, andavamo a scuola e, quando potevamo, aiutavamo nelle faccende domestiche. Con il passare del tempo, i bambini (cioè noi) sono cresciuti, io mi sono fidanzata che avevo appena 15 anni con un ragazzo che tuttora è mio marito; mio fratello conduceva la sua vita di sedicenne e non ci accorgevamo che la mamma stava cambiando, assumeva un comportamento strano: sì, mia madre beveva! Come dicevo prima, all’inizio non c’erano grossi problemi, ma a poco a poco, senza rendersene conto, mia madre non riusciva a passare un giorno senza essere alticcia. Con il mio ragazzo parlavo molto di mia madre e mi accorsi che anche lui viveva lo stesso problema con una persona molto cara. Decidemmo di parlarne al nostro medico di famiglia e lui ci consigliò di rivolgerci a un Club per alcolisti in trattamento. Iniziammo così a frequentare il Club senza dir nulla a mio padre. Non vi dico quanta vergogna avevo. Andando agli incontri settimanali, parlando con gli altri componenti del gruppo, mi accorsi che tutti avevano i miei stessi problemi e così decisi di far presente ciò a mio padre. Lui subito fu molto scettico, aveva già fatto numerosi tentativi e con nessun risultato. Una sera arrivai a casa molto stanca dal lavoro e mia madre come al solito era ubriaca. Mi ricordo che arrivai al punto di darle un ceffone… non volevo… io avevo bisogno della mamma, non volevo vederla in quelle condizioni, non le mancava nulla…Le chiesi per favore di smettere di comportarsi in quel modo, anche perché mancavano pochi mesi al mio matrimonio e si sa quanto è importante avere vicino la mamma in quei momenti. Un’altra sera poi, arrivò mio fratello e nel vedere nostra madre sempre nelle stesse condizioni non la rimproverò, tanto non sarebbe servito, ma diede sfogo alla sua rabbia sferrando un calcio alla porta e rompendola. Da quella volta “Dio sa come”, mio padre ed io riuscimmo a convincere la mamma a recarsi al Centro per le Tossicodipendenze e l’Alcolismo di Soave. Non vi descrivo la gioia che provai quando mia madre accettò di frequentare il Club!! Adesso, grazie soprattutto alla sua buona volontà, all’aiuto di mio padre che le è sempre vicino e ai membri del Club mia madre conta con orgoglio cinque anni e mezzo di astinenza dall’alcol e io ne sono molto fiera. La mia vita ora è cambiata in meglio. Adesso so che con la mamma si può parlare (anche se ha il suo caratterino!) e ho di fronte a me una persona con la “mente serena”. Mi auguro che tutto questo duri una vita e che il Club possa aiutare altre persone come me e mia madre, perché con la buona volontà e l’impegno della famiglia è possibile uscire da questo tunnel chiamato alcol”. Loredana P. Club 579 Cazzano di Tramigna


Questi articoli sono stati pubblicati sul numero di Gennaio/Febbraio 1998 del giornale «il GRILLO parlante».