[di Amedeo Tosi • Novembre 1997] Un Aido da Guiness dei primati. Lo avevamo scritto sul primo numero del "Grillo parlante" e oggi, a sei mesi di distanza, la basilica di San Pietro interamente costruita assemblando 10 milioni di lattine vuote raccolte in ogni angolo dello Stivale è una realtà...

AIDO. UNA BASILICA DA GUINESS DEI PRIMATI

Un Aido da Guiness dei primati. Lo avevamo scritto sul primo numero del “Grillo parlante” e oggi, a sei mesi di distanza, la basilica di San Pietro interamente costruita assemblando 10 milioni di lattine vuote raccolte in ogni angolo dello Stivale è una realtà. Così a due anni e mezzo dal lancio dell’ennesima sfida, i donatori di organi dell’est veronese ed i colleghi bresciani di Coccaglio stanno per entrare per la terza volta nell’albo delle imprese più famose del mondo. Vi erano entrati, infatti, nel 1989 allorquando proposero all’attenzione della gente l’Arena di lattine costruita all’interno dell’anfiteatro scaligero e, successivamente, la basilica patavina dedicata a sant’Antonio. Nel momento in cui stiamo scrivendo, a Roma, nelle vicinanze dell’Eur, decine di volontari trasferitisi nella Capitale ancora nei primi giorni di ottobre, sono impegnati ad ultimare il colossale monumento. Un monumento che, anche dopo l’asta che verrà fatta per riciclare i 100 mila kilogrammi di contenitori in alluminio, resterà impresso indelebilmente nella memoria di molti quale simbolo dell’impegno umano per la solidarietà. É infatti racchiusa in questa parola il senso della sfida lanciata nell’agosto del 1995 dagli organizzatori: “richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza della difesa della vita e dell’ambiente mediante il “riciclo”, sia esso di organi che di materiali” esordisce l’instancabile animatore degli oltre 250 volontari coinvolti nella realizzazione del monumento vaticano in scala 1 a 5, il sambonifacese Giancarlo Dalla Tezza. Oltre al suddetto obiettivo di informazione relativa all’attività dell’Aido, i volontari hanno in serbo di finanziare il progetto di una scuola di educazione alla cultura della solidarietà senza frontiere e del rispetto dell’ambiente. Per assemblare le lattine in oltre duemila pannelli e quasi 300 colonne (il colonnato del Bernini, ndr) sono stati utilizzati 850 chilometri di nastro adesivo e 1000 chilogrammi di collante, nonché 10 chilometri di filo usato per legare il tutto. Dati che, se ce ne fosse ancora bisogno, danno una chiave di lettura inequivocabile della struttura che, per gli amanti dei numeri, è larga 47 metri, lunga 97 metri, mentre il punto più alto, il Cupolone, raggiunge i 26 metri. “Il 4 ottobre sono partiti da San Bonifacio i TIR carichi di lattine messi gratuitamente a disposizione dalla locale Facchin Autotrasporti, da Luigi Pavan, dalla STI di Nogara, dall’Aspica srl e dall’Executive” tiene a sottolineare Dalla Tezza, a riprova dell’impressionante mobilitazione posta in essere. “Cinque TIR contenenti tutte le infrastrutture, e le impalcature, sono invece partite da Coccaglio”. Anche il Comune di Roma -aggiunge- non ha fatto mancare il proprio apporto logistico, assieme all’Ente Fiera, all’azienda municipalizzata, all’Alcan alluminio, al consorzio Coala Rail e all’Istituto Santa Maria”. Tanti contributi che verranno ricordati durante l’inaugurazione, prevista -tempo permettendo- per la metà di dicembre. In quella occasione “oltre al sindaco di Roma Rutelli, e al presidente Scalfaro saranno presenti il cardinale Ruini e una miriade di mass-media nazionali ed internazionali, che da tempo si sono dimostrati interessati all’iniziativa”. L’opera, progettata dalla Studio Battistoni di Padova, e seguita da un’equipe di architetti, resterà per qualche mese a disposizione per essere visitata. “Non basterebbe un’intera pagina del “GRILLO” per ringraziare tutti coloro che si sono prodigati. A loro la nostra più viva riconoscenza” conclude Dalla Tezza.


Questo articolo è stato pubblicato sul numero di Novembre/Dicembre 1997 del giornale «il GRILLO parlante»