Mondo

INTERNAZIONALE – LA FAME DI BERLUSCONI; INTERVISTA AD ALEX ZANOTELLI

[di Giuliana Sgrena • 2001] Spostare il vertice Fao è estremamente grave, il governo italiano vuole scaricare sul sud i problemi della povertà come ha fatto il G8, che ha concesso solo elemosina. Per risolvere i problemi della fame occorre rimettere in discussione le regole del mercato". Abbiamo raggiunto, telefonicamente, Alex Zanotelli a Nairobi. Ha appena letto sul Daily Nation la notizia che il vertice della Fao di novembre potrebbe tenersi proprio in Kenya "perché - scrive il giornale - il governo italiano non vuole tenere un altro summit internazionale in Italia dopo la violenza scoppiata a Genova".

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SUDAFRICA – DA DURBAN UNA SPERANZA PER L’AFRICA

[di Fabio Pipinato • 08.09.2001] Ormai e' storia: il Sud Africa sta tracciando la via maestra per ridare speranza al continente africano e non solo. Non e' l'ennesima speranza ma e' realta' sorretta dai fatti. Il percorso viene da lontano: da Gandhi, per esempio, che ha iniziato qui le sue lotte di liberazione...

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11 SETTEMBRE 2001: DICHIARAZIONI/1

[di Mao Valpiana; Pax Christi Verona; Tarcisio Bonotto; Tempi di Fraternità • 2001] Attentati in USA/1 - Non ci sono parole per descrivere lo sgomento che deriva dall'assistere impotenti alla tragedia. Dolore e lutto per le migliaia di vittime. Paura per le conseguenze. Solo nel silenzio, nella preghiera, nella meditazione si può trovare rifugio. In questi casi la nonviolenza sceglie il non-agire. Il rispetto per le vittime e per l'intero popolo americano impone che il movimento antiglobalizzazione sospenda le proprie iniziative. Il movimento per la pace inorridisce davanti alle scene di giubilo che persone piene d'odio hanno inscenato...

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11 SETTEMBRE 2001: DICHIARAZIONI/3

[di Peppe Sini; Enrico Peyretti; Giuliano Pontara; Peacelink; Antonio Bruno • 2001] Il dolore, che tutti ci accomuna. Il dolore lacerante e inestinguibile ogni volta che un essere umano perde la vita. E la facolta' di pensare, che tutti ci accomuna. La facolta' di unirci, l'umanita' intera, contro il male e la morte. Che vi siano al mondo esseri umani resi cosi' disperati e alienati da essere disposti a uccidere ed essere uccisi: questa e' la logica che presiede a tutti gli eserciti e a tutti i terrorismi, a tutte le guerre e a tutte le stragi. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'...

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11 SETTEMBRE 2001: DICHIARAZIONI/4

[di Don Albino Bizzotto E Francesco Comina • 2001] Le immagini che ci arrivano dagli Stati Uniti ci mostrano una violenza spettacolare e cinica oltre ogni immaginazione: civili requisiti e usati come bombe contro altri civili ignari e innocenti, uccisi per obiettivi che non appartengono loro...

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INTERVISTA A GINO STRADA DAL CUORE DELL’AFGHANISTAN

[di Vauro Senesi • 27/09/01] L'Afghanistan è un pessimo posto in cui andare, di questi tempi. Ne fuggono a centinaia di migliaia, attraverso i passi che si affacciano sul Pakistan. A risalire la corrente sono pochi temerari, professionisti della pace e della guerra: un pugno di giornalisti che cerca l'imbarco su scassati elicotteri mujaheddin, un'imprecisata quantità di teste di cuoio britanniche che ci arrivano col paracadute, sparuti gruppi di musulmani che vanno a arruolarsi nella jihad prossima ventura, a piedi...

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KENYA – 3 OTTOBRE 2001, IL CASO DELLA TERRA VA IN TRIBUNALE

[di p. Alex Zanotelli • 28.10.01] La lotta per la terra a Korogocho e nelle baraccopoli di Korogocho continua con sempre nuovi colpi di scena. L'ultimo ed il più importante è che i proprietari delle baracche di Korogocho (costituitosi in associazione, il KOWA) hanno portato il P.C. (Provincial Commisioner, il prefetto di Nairobi) e il commissario per la terra, in tribunale. Il prefetto ha ricevuto lo scorso luglio l'ingiunzione del Tribunale, su sollecitazione del KOWA, con la proibizione di demolizione delle costruzioni e dello sgombero dei residenti di Korogocho.

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SETTE MILIONI DI AFGHANI RISCHIANO LA MORTE PER FAME

(di Marina Forti, 28.10.01) - Premono davanti alla porticina, dove un addetto cerca di tenerle a bada. Qualcuna stringe tra le braccia un bambino, una mostra un bebe' avvolto in uno scialle. Riusciranno a entrare una a una: nel cortiletto sono ormai decine, attendono impazienti il proprio turno di mostrare un bambino ammalato a una delle dottoresse che presta servizio volontario in questo ambulatorio improvvisato. Siamo in un quartiere residenziale di Peshawar, dove una villetta e' la sede dell'Afghanistan Women Council, Consiglio delle donne afghane: dalla meta' di settembre sono subissate da richieste di aiuto, e la richiesta piu' pressante, ci dice la signora Fatana Gilani, e' il puro e semplice cibo: i rifugiati afghani, quelli che continuano ad arrivare nonostante tutte le frontiere chiuse, hanno fame.

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